«Mai usato soldi pubblici per il caffè a Durnwalder»

Corte dei Conti «sconcertata» per le dichiarazioni del governatore altoatesino. La Procura: non abbiamo avvisato la stampa prima di sequestrare i documenti


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Si fa sempre più aspro il confronto - seppur a distanza - tra il governatore altoatesino Luis Durnwalder e la Procura regionale della Corte dei Conti. L’altroieri il presidente della giunta provinciale aveva dichiarato all’Alto Adige «di aver bevuto un caffé alla Corte dei Conti», ma a pagarlo, ha sottolineato, «non è stato il Procuratore». Ieri sulla questione è intervenuta la magistratura contabile che ha precisato di non aver mai speso denaro pubblico per pagare un caffè a Durnwalder. «Sono frutto di pura fantasia - si legge nella nota diffusa dalla Corte dei Conti di Bolzano - le affermazioni circa un presunto utilizzo, da parte del Procuratore regionale, di soldi pubblici per pagare un caffè al Durnwalder, come anche quelle riferite alla presunta concertata presenza di un fotografo a Palazzo Widmann il giorno del sequestro». «Il caffè - prosegue la nota - è stato pagato di tasca propria dalla dottoressa Fausta Di Grazia, mentre si ignorano le ragioni per le quali il fotografo del quotidiano Dolomiten, che potrà tranquillamente essere interpellato sul punto, fosse presente in Provincia quella mattina, in cui, tra le altre cose, risulta fosse stata anche fissata una conferenza stampa alle 11».

Secondo la Corte dei Conti, pertanto, nessuno aveva avvisato la stampa del maxi-sequestro dei documenti relativi ai fondi riservati (72 mila euro l’anno) del governatore altoatesino Luis Durnwalder dal 1994 al 2012. Sulla legittimità o meno del sequestro dei documenti dovrà pronunciarsi - presumibilmente entro l’estate - la Consulta. È stata la Provincia, è bene ricordarlo, a sollevare il problema e a presentare ricorso per un presunto conflitto di attribuzione.

Il prossimo passo, almeno per quanto attiene l’inchiesta avviata dalla Corte dei Conti, sarà l’invio degli inviti a dedurre, previsto in un lasso di tempo ragionevolmente breve. Sull’inchiesta - ce n’è anche una penale, con l’accusa di peculato - si sono confrontati nei giorni scorsi il Procuratore capo Guido Rispoli e il procuratore regionale della Corte dei Conti Robert Schülmers. L’avvocato di Durnwalder, Gerhard Brandstätter, ha preannunciato invece la presentazione, a breve, di una lunga memoria difensiva.

Secondo la Corte dei Conti «la parte più anomala della gestione del fondo per le spese riservate - si legge nella memoria presentata alla Consulta - è quella che può essere definita una vera e propria contabilità occulta».

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