Malati di gioco, ecco i fondi per curarli

La Provincia incassa le tasse dalle macchinette e le reinveste in programmi di prevenzione. Coinvolti anche i familiari


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Poco meno di mezzo milione di euro per combattere il gioco d’azzardo e sostenere con diversi progetti «ad hoc» i circa 7 mila ludopatici altoatesini. È questa la somma che la giunta provinciale ha deciso ieri di destinare alla "Rete gioco d’azzardo" i cui componenti sono nominati dall’Azienda sanitaria provinciale. «Attraverso la Rete - ha sottolineato il presidente Arno Kompatscher dopo la seduta - vengono attuate le misure di uno specifico piano di intervento elaborato contro l’azzardo patologico che comprendono attività terapeutiche, di informazione, sostegno e consulenza rivolte a persone che soffrono di questa patologia ma anche ai loro familiari».

Gli incassi delle macchinette. Non si tratta, è bene sottolinearlo, dell’unico stanziamento per combattere la ludopatia. La Provincia di Bolzano riceve, infatti, annualmente dallo Stato italiano l'1,5% degli introiti fiscali generati dalle "macchinette", per una somma complessiva di 800mila euro che viene investita in programmi di prevenzione e riabilitazione del gioco d'azzardo patologico.

Lo studio Astat. L’importanza e la necessità di intervenire con iniziative in grado di contrastare efficacemente il gioco d’azzardo è confermata dal recente studio dell’istituto provinciale di statistica Astat, secondo il quale il numero stimato di giocatori patologici in Alto Adige oscilla tra i 4 mila e i 7 mila, mentre sono 12 mila i giocatori definiti problematici. Particolarmente colpiti dal pericolo della dipendenza da gioco sono i giovani, per lo più maschi tra i 21 e i 30 anni, e le persone disoccupate o con rapporto di lavoro precario.

Le associazioni mobilitate. Per contrastare la problematica della dipendenza patologica dal gioco d’azzardo è necessaria una collaborazione costruttiva e strategica su tutto il territorio provinciale: accanto al trattamento della dipendenza nelle strutture sanitarie, con questo finanziamento vengono concessi contributi anche alle associazioni private (Hands, Consultorio psicosociale, Forum prevenzione) attive in questo settore.

Le cifre del gioco d'azzardo. Erano e restano mostruose. Nel 2015 in Alto Adige sono stati spesi 590 milioni di euro, il che significa 1134 euro a persona (contando anche i minorenni). A fare la parte del leone - almeno per quanto attiene i dati ufficiali - sono gli apparecchi: dalle new slot alle videolottery, per le quali sono stati spesi 449 milioni di euro. A ruota ci sono le lotterie (che comprendono il «Gratta & Vinci», anche online) con 72 milioni d i euro. A preoccupare, soprattutto per il lungo periodo, è l'ascesa davvero impressionante del giro d'affari dei giochi in rete. Solamente tre anni fa eravamo nell'ordine dei 50 mila euro, mentre adesso siamo passati a 5,5 milioni di euro, secondo quanto riferito dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nella relazione 2015.

Il recupero dei ludopatici. Il dato consolante riguarda le possibilità di reinserimento dei ludopatici. Uno su due, in sostanza, riesce ad uscirne. «Il 57% dei pazienti curati a Bad Bachgart, in val d’Isarco, per problemi di dipendenza riesce a ritrovare stabilità e a condurre nuovamente una vita normale»: è questo uno dei dati più significativi della studio effettuato dall’Università di Innsbruck su cento pazienti ricoverati negli ultimi anni nel Centro d'eccellenza dell’Euregio, a Rodengo. Il giocatore medio in cura. Ha 46,6 anni, nell'8% dei casi non riesce a rinunciare a slot e videolottery, nella metà dei casi il problema della dipendenza si trascina da 6 mesi a 5 anni.

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