Maneggio, ultime ore per salvarlo

La società chiede un incontro urgente al sindaco per evitare la fine della scuola di equitazione fissata per il 9 marzo



BOLZANO. «Il mio timore è che se chiude, il maneggio non riaprirà più». Mauro Ferrari, anima storica della società “Bolzano Equestrian Center” che gestisce la struttura costruita nel 1954, è pessimista sul destino dell’impianto. In mano ha l’ordinanza del sindaco che dal 9 marzo chiude, per sei mesi, la tensostruttura sotto la quale da 22 anni si svolgono le lezioni di equitazione frequentate da una sessantina di bambini dai 4 anni in su. Di fatto significa chiudere la scuola che è l’anima di tutto ciò che ruota intorno a quello spazio immerso nel verde, dove vive una piccola comunità di fatta di bambini, genitori, professionisti, studenti, impiegati, tutti accomunati dalla passione per i cavalli, animali speciali capaci di “dialogare” anche con le persone affette da handicap.

Motivo della decisione del Comune: l’impianto non ha l’agibilità e bisogna fare dei lavori. Nel frattempo è stata chiusa anche la letamaia e il letame, prodotto dai 50 cavalli ospiti della struttura, attualmente viene depositato nei container con costi di svuotamento insostenibili; chiuso anche il bar-ristorante, perché non sarebbero stati rispettati i limiti imposti dalla licenza, consentendo l’accesso anche a non iscritti.

La società senza fini di lucro che dal 2008, quando l’impianto è passato dal Demanio al Comune, non ha un contratto con il Comune ammette che i problemi ci sono, ma chiede al sindaco di sedersi subito intorno ad un tavolo e discutere tempi e modi degli interventi per evitare la chiusura. «Due sono le cose urgenti - dice Ferrari – l’agibilità della tensostruttura che si può ottenere in un paio di settimane e la letamaia. Per quest’ultima avevamo già fatto un progetto di copertura e il Comune aveva stanziato 70 mila euro. Ma poi non se n’è fatto nulla». La discussione, durata anni, sui costi dell’affitto dovrebbe invece essere chiusa: «L’accordo raggiunto con il Comune è di restituire i 100 mila euro del pregresso in 20-30 anni, pagando 800 euro al mese».

Con un po’ di buonsenso dunque la situazione si potrebbe gestire, conciliando la necessità di mettere a norma l’impianto con la volontà di tenere aperta la scuola, ma la sensazione è che l’urgenza di chiudere sia in realtà dettata dal timore di un’inchiesta della Procura che riguarderebbe la struttura.

In difesa del maneggio sono già state raccolte mille firme e come Alto Adige stiamo facendo un sondaggio sul sito www.altoadige.it con quattro quesiti: 1) Va trovato un compromesso per evitare la chiusura della scuola di equitazione prevista per il 9 marzo; 2) La struttura va subito chiusa per consentire i lavori di ristrutturazione; 3) Il Comune deve investire nel risanamento dell'impianto; 4) Va chiuso perché non serve. (a.m)













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