Match tra Kompatscher e Dello Sbarba

Il presidente: «Se vince il no, non si chiude: lo scalo va ai privati». Il consigliere: «Impianto inutile»



BOLZANO. Aeroporto Bolzano: pro & contro. È il titolo dell’affollato dibattito, organizzato ieri dalla Cisl, tra il presidente della giunta Arno Kompatscher e il consigliere provinciale verde Riccardo Dello Sbarba.

Obiettivo: spiegare, in vista del referendum del 12 giugno, le ragioni dei due fronti e il futuro dello scalo nel caso in cui vinca il sì o rispettivamente il no.

Per l’esponente del mondo ambientalista l’aeroporto è inutile per l’economia e il turismo, visto che le “performance migliori si sono raggiunte nel 2015-2016, ovvero da quando lo scalo è chiuso”, costoso e dannoso per la salute in quanto in particolare in Bassa Atesina e nell’Oltradige ci sarà “un’impennata dell’inquinamento”.

Kompatscher ha replicato spiegando che è importante che vinca il fronte del sì al piano di sviluppo, perché “la struttura ormai c’è e si tratta di porre dei limiti al finanziamento pubblico (2,5 milioni di euro all’anno per i prossimi cinque anni e 1,5 in quelli successivi); inoltre lo scalo è fondamentale per la raggiungibilità oltre che per la crescita dell’economia e del turismo. Per quanto riguarda l’inquinamento, Dello Sbarba ha citato il parere dell’Agenzia per l’ambiente secondo cui il potenziamento dell’aeroporto - la pista verrebbe allungata di 30 metri e ci sarebbe un aumento di voli e passeggeri - porterebbe ad un notevole impatto ambientale. Kompatscher ha ammesso che ci sarebbe un incremento dell’inquinamento, ma saremmo nell’ordine dello 0,1-0,3% in più, ciò significa un’incidenza dell’1%su un 99% di sostanze inquinanti prodotte da altre fonti.

Ma cosa succederà se il 12 giugno vincerà il no: l’aeroporto diventerà un campo da golf?

«La Provincia - ha detto Kompatscher che ha ricordato come i verdi fossero contrari anche alla Mebo e fino a poco tempo fa al tunnel del Brennero - si ritirerà e l’Enac metterà in gara europea la concessione. È chiaro che se arriverà il privato, pur dovendo rispettare le leggi, cercherà di sfruttare al massimo l’impianto. Se invece vincerà il sì, faremo una legge: ponendo limiti ai finanziamenti, all’uso della struttura e obiettivi (170 mila passeggeri entro il 2221)». Secondo Dello Sbarba invece, viste le competenze in materia e il fatto che lo scalo passerà presto di proprietà, la Provincia si dovrebbe mettere intorno a un tavolo con gli esponenti del fronte del no, per “studiare soluzioni alternative al potenziamento”.(a.m)













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