Matteo Groppo, ritratti nel bunker
Ritratti inusuali in un posto speciale: la galleria antiaerea di via Fago
BOLZANO. Ritratti inusuali in un posto speciale. Il fotografo bolzanino Matteo Groppo espone i suoi scatti all’interno del bunker di via Fago. La mostra si può visitare - su èprenotazione - il venerdì dalle 17 alle 20, e il sabato dalle dalle 14 alle 19. Basta telefonare ai seguenti numeri, 0471 502028, 339 100 36 19. Consigliate scarpe comode e indumenti per temperature tra i 14 e 16 gradi
Nato a Bolzano nel 1978, Matteo Groppo si avvicina alle arti figurative da giovane grazie alla passione per la fotografia del padre e dell’acquarello della madre. Prosegue il proprio percorso di apprendimento da autodidatta operando come cameraman per documentari locali. Approfondisce la passione per l’arte fotografica facendola maturare al punto di farne professione, collaborando con i giornali altoatesini documentando la cronaca locale e, parallelamente, sperimenta metodi e tecnica della foto portrait, architettonica e paesaggistica. Attualmente, Groppo è uno dei fotgrafi in forza all’Alto Adige.
“Quello che faccio nel mio lavoro - spiega - è cercare di togliere un velo pesante come un muro, per avere un contatto, per vedere oltre. È percepire che dopo la pelle, c’è un disegno che va dopo l’ira, la paura, la tristezza…. Più avanti c’è un’ idea che sorpassa queste emozioni e le vince. Ciò che si accende in una persona quando si immerge nei miei lavori è un meccanismo che non gestisco, questo non è il mio obbiettivo, da qui in poi il percorso è del fruitore. Con la fotografia desidero suggerire un momento, un processo ideale, desidero concretizzare attraverso lo spettatore il mio suggerimento attraverso infinite elaborazioni da parte di terzi, di chi fruisce, di chi osserva e ragiona. Non è un dipinto, è il blocco di una situazione reale fermata nel momento scelto, scelta per dire qualcosa, per realizzare un concetto e aiutare a pensare a qualcosa usando quell’ immagine come punto di partenza. Per questo il fine di una fotografia non è la fine».