Megastore, Podini ora sfida l’Aspiag

Critico l’ad della holding Giovanni: «Assisto ad azioni lobbistiche per cambiare le carte in tavola ma sono fiducioso»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Si alza il livello dello scontro per il nuovo centro commerciale. Dopo l'affondo di Paul Klotz, amministratore delegato di Aspiag, che nei giorni scorsi aveva sottolineato come le aree scelte dagli altri competitor fossero nella "zona di rischio aeroportuale", ora è il turno di Giovanni Podini. L'imprenditore bolzanino, che con il raddoppio del Twenty in via Galilei è pronto a garantire poco meno di 400 nuovi posti di lavoro e altri 80 negozi, ritiene che il gruppo austriaco si stia adoperando come può per «cambiare le carte in tavola a partita iniziata». E ancora: «Ho l'impressione che Aspiag - continua Podini - stia facendo valere il suo peso con azioni lobbistiche». Podini, sempre nel mirino degli avversari per lo stretto legame di amicizia con l'assessore provinciale all’economia Thomas Widmann, è comunque convinto di poter vincere la partita. Per il raddoppio del Twenty ha già comprato l'areale della Commerciale Borgogno in via Galilei, preparato progetti “ad hoc“ e investito diversi milioni di euro. Il tutto con il sostegno convinto del Comune di Bolzano.

L'Avvocatura della Provincia si è rivolta all'Enac perchè l'areale scelto per il raddoppio del Twenty si trova nella zona di rischio aeroportuale. È preoccupato?

«No, sono tranquillo. Anche se l'Avvocatura fa bene a fare tutte le verifiche del caso. Trovo assurdo, peraltro, che lo scalo bolzanino sia equiparato, ad esempio, a Malpensa. Anche perchè le traiettorie degli aerei non interessano certo via Galilei, quanto piuttosto la zona di Castel Firmiano e quella dell'ospedale».

C'è chi le rimprovera lo stretto legame di amicizia con l'assessore Widmann. Ritiene di essere stato in qualche modo favorito finora?

«Al contrario, semmai penso di essere stato penalizzato. Ci conosciamo bene da quando avevo 16 anni e ritengo non possa essere una colpa. Tra l'altro la legge per l'individuazione del nuovo centro commerciale a Bolzano porta la firma di Werner Frick e risale al 2007. E Werner Frick, visto il numero di ricorsi che abbiamo presentato per diverse ragioni, non può essere considerato - e dico per fortuna - un nostro amico».

Lei sostiene che Aspiag si stia in qualche modo attivando per cambiare le carte in tavola a metà della partita. Perché?

«Contrariamente a ciò che sostengono i nostri competitor l'iter seguito finora non è affatto lacunoso. Il Comune di Bolzano aveva individuato 13 parametri - tra i quali una mobilità soft, la possibilità di raggiungere il nuovo megastore in bici e l'integrazione alla rete commerciale esistente - ai fini dell'individuazione del nuovo sito. E l'unica proposta a soddisfare questi criteri, come conferma la relazione dei quattro saggi nominati dalla giunta del capoluogo, è la nostra. Ci sono più delibere del consiglio comunale di Bolzano a favore della nostra iniziativa. Il fatto che qualcuno si sia attivato per iniziare un iter ex novo non può certo lasciarci indifferenti. Se nel 2007 fossero state fissate regole diverse avremmo potuto presentare anche noi un altro progetto e costruire altrove lo shopping center».

Dove ad esempio?

«In via Einstein, dove già disponiamo di un’area sufficientemente grande. Invece abbiamo puntato su via Galilei dove il 33% dei clienti arriva già in bici o in moto contribuendo così alle riduzione dell'inquinamento».

Aspiag sostiene che il Comune non potrà comunque decidere da solo l'ubicazione del nuovo sito perchè è di interesse provinciale. Lei cosa ne pensa?

«Che nemmeno la Provincia potrà decidere da sola. E sarà tenuta a coinvolgere il Comune, sul cui territorio sorgerà il megastore».

Passiamo ai numeri. Quanto negozi sono in programma con il raddoppio del Twenty?

«Oggi ce ne sono una ventina e potremmo realizzarne altri 80. Molto dipenderà in ogni caso dalla superficie dei singoli esercizi. Di sicuro arriveranno anche i grandi marchi».

Quanti lavoratori potrebbero essere assunti se andasse in porto il progetto della Podini Holding?

«Diciamo che tra il Twenty e il nuovo megastore potrebbero trovare posto fino a 600 addetti. Attualmente al centro commerciale in via Galilei lavorano 220 persone. Anche sotto il profilo occupazionale daremmo un contributo importante alla nostra città».

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