Merci, il bolzanino che salvò centinaia di ebrei

Una storia poco conosciuta: durante la guerra fornì documenti italiani alla comunità di Salonicco


di Martin Pilotto


BOLZANO. Ìn occasione delle iniziative legate alla Giornata della memoria, la sala Romer di Castel Mareccio ha ospitato una serata dedicata a Lucillo Merci, un “bolzanino coraggioso” che ha salvato centinaia di ebrei dallo sterminio.

Carla Giacomozzi, direttrice dell’Archivio storico del Comune, ha ripercorso la storia di Merci, molto simile a quella, più nota, di Giorgio Perlasca. Dopo aver lavorato in provincia di Bolzano come insegnante, direttore didattico e podestà del comune di Malles, Lucillo Merci è capitano dell’esercito italiano durante la seconda guerra mondiale. Nel 1943, grazie alla sua profonda conoscenza della lingua tedesca, finisce per lavorare come interprete al consolato italiano di Salonicco, nella Grecia occupata dai nazisti, dove trova il coraggio, insieme ai consoli Zamboni e Castruccio, di sfidare le SS, sottraendo allo sterminio più di 300 ebrei greci destinati alla deportazione.

Un’operazione resa possibile dal rilascio di documenti attestanti la cittadinanza italiana, che permette di salvarsi raggiungendo Atene o l’Italia. Dopo l’8 settembre, data dell’armistizio e della fine dell’alleanza tra l’Italia fascista e la Germania nazista, Merci viene arrestato e poi liberato dal console Castruccio.

Tornato in patria alla fine del suo mandato, continua ad aiutare fuggiaschi e perseguitati, riuscendo a salvare alcuni di loro spacciandoli per insegnanti. Dopo la guerra, Merci sceglie di non parlare di ciò che accadde in Grecia, ma gli sforzi, il lavoro estenuante e le violenze di cui la comunità ebraica ed egli stesso furono vittime, vengono narrati in un diario scritto di suo pugno. Un diario che Merci decide di inviare a Gerusalemme, all’istituto Yad Vashem per le vittime dell’Olocausto. E’ grazie all’impegno e agli studi di Gianfranco Moscati e agli studiosi dell’Archivio cittadino che siamo a conoscenza della sua storia, misconosciuta fino al 2007, anno in cui il Comune di Bolzano ha reso pubblica questa ricerca, e il sindaco ha consegnato una targa ricordo alla famiglia Merci. Finora è questo, insieme a un riconoscimento della comunità ebraica di Salonicco per aver salvato 113 vite, l’unico ringraziamento ricevuto dal Lucillo Merci per il proprio coraggio, fatica e amore per il prossimo.













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