«Michele, nessuno ti scorderà» 

Un addio straziante. Ieri nella chiesa di Regina Pacis la messa per il ragazzo morto sabato scorso in arginale nell’ incidente con la sua moto Centinaia le persone presenti: il rap di Kyna, i fumogeni, i palloncini e il rombo dei motori in onore dell’amico. Poi la salma è partita per la Calabria


PAOLO TAGLIENTE


Bolzano. Il rombo dei motori di decine di motociclette, che si è trasformato in una sorta di assordante ruggito di rabbia e dolore, ha salutato la partenza per la Calabria del furgone con la salma di Michele Torcaso. È stato l’ultimo atto dello straziante addio che centinaia di persone hanno voluto dare al diciottenne (li avrebbe compiuti proprio ieri), vittima di un incidente con la sua moto, in arginale, sabato scorso. La cerimonia religiosa si è svolta nella chiesa di Regina Pacis, celebrata dal parroco don Andrea Bona, visibilmente commosso. Davanti all’altare, la bara bianca di Michele con il cuscino di fiori bianchi della famiglia e la maglietta rossa della pizzeria “Da Mino”, l’amico per cui il giovane lavorava, consegnando le pizze a domicilio. Poco distante, la grande foto di Michele con la sua amata Ktm 125 Duke, la stessa su cui viaggiava sabato scorso. Il sacerdote ne ha tracciato un ritratto, ripercorrendo la breve, ma intensa vita di Michele. Dalla tenerà età, quando indossava spesso le vesti di chierichetto proprio a Regina Pacis, fino all’adolescenza. La vita di un ragazzo solare, educato e altruista, cresciuto all’interno di una famiglia molto unita, capace di unire la spensieratezza di un diciassettenne alla maturità di un uomo ben più adulto, quando si parlava di valori veri. Ad ascoltare don Andrea, centinaia di persone: all’interno, nel rispetto delle regole anti-Covid, ogni banco era occupato mentre, all’esterno, sul sagrato e sul marciapiede di fronte, centinaia di ragazzi e adulti. Uniti da un dolore troppo grande eda sopportare.

L’aiuto alla famiglia

Come annunciato già nei giorni scorsi attraverso i social, ieri mattina, gli amici più stretti di Michele e qualche mamma si sono trovati sul sagrato per raccogliere denaro con cui aiutare la famiglia Torcaso a sostenere le spese di trasporto della salma dell’amico. E la risposta all’iniziativa dei ragazzi è stata sorprendente: fin dall’inizio – alle 11.30 - molte sono state le persone che hanno voluto dare un contributo. Anche con somme ingenti. Un anziano signore, che non conosce né il ragazzo né la sua famiglia, ha scritto un commovente messaggio “per gli amici di Michele” e ne ha distribuito diverse copie ai presenti. Poi, ha infilato 100 euro nella piccola scatola sigillata e utilizzata per la raccolta delle offerte. E tante, tante altre persone hanno fatto la stessa cosa, anche con somme più alte. Alla fine della cerimonia, il contenitore è stato affidato a mamma Angela e papà Roberto. Una dimostrazione di affetto che ha colpito tutti. «Sono fiera di questa città. Amo questa città» ha commentato la mamma di uno degli amici più grandi di Michele.

Lo straziante saluto

Al termine della messa, dopo i commoventi i ricordi letti dagli amici e dallo stesso Domenico “Mino” Guerra, la bara è stata portata nel grande piazzale accanto al tempio e lì, con i familiari accanto al feretro e gli amici abbracciati e con dei fumogeni rossi accesi, Simone Nachira, in arte Kyna, ha rappato la struggente canzone scritta subito dopo la tragedia, come omaggio a Michele. Sulla balaustra dell’edificio e nel grande spazio tantissime persone e un lenzuolo bianco con la scritta “Sei andato via su ciò che ami come fanno i grandi”e decine di firme e pensieri. Applausi a ripetizione, occhi gonfi, abbracci e singhiozzi: una folla che è cresciuta minuto dopo minuto, tanto da rendere particolarmente difficile la viabilità su via Dalmazia, garantita solo dalla massiccia presenza di agenti della Polizia municipale.

Sono state accese alcune lanterne cinesi, inghiottite in pochi minuti dal cielo nero, seguite da palloncini bianchi. Quando il furgone con il feretro è partito alla volta di Platania, dove oggi saranno celebrati i funerali, i ragazzi lo hanno “salutato” con il rumore assordante dei motori delle loro motociclette. Lo hanno fatto per lunghi minuti, poi, i ragazzi hanno raggiunto l’arginale e, sul luogo dello schianto, hanno tributato un ultimo omaggio all’amico. «Michele, nessuno ti dimenticherà».













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