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Migranti: a Bolzano 100 donne e bimbi sono ospitati negli alberghi 

Il Comune ha deciso di prolungare di un altro mese l’apertura dell’Emergenza freddo all’ex Alimarket. L'assessore Andriollo: «Una parte degli ospiti ha i titoli per entrare nei Cas, non avrebbe alcun senso metterli su una strada»



BOLZANO. «A Bolzano ospitiamo 750 migranti; di questi un centinaio sono donne e bambini sistemati in strutture alberghiere. Non solo: con domenica avrebbe dovuto chiudere l’Emergenza freddo all’ex Alimarket, ma abbiamo deciso di prolungare il servizio per un altro mese. Ci auguriamo che la Provincia faccia altrettanto, tenendo aperti i centri di Appiano, Bressanone e Merano: non solo un altro mese, tutto l’anno». Così l’assessore Juri Andriollo al termine della riunione straordinaria di giunta in cui si è discusso ancora una volta dell’accoglienza migranti.

«La decisione di prolungare di un altro mese l’ex Alimarket - spiega ancora Andriollo - è dettata dal fatto che su 90 ospiti, una parte ha già i titoli per entrare nei Cas, i Centri di accoglienza straordinaria. Quindi non avrebbe senso metterli su una strada adesso. Speriamo che la Provincia acceleri le procedure per accoglierli».

Se dunque l’ex Alimarket resterà aperto ancora fino a fine maggio, non è dato sapere quale sarà il destino dei migranti che sono attualmente ospitati nelle strutture di Appiano, Merano e Bressanone che - come detto - dovrebbero chiudere da domenica.

Il Comune, già nelle scorse settimane, ha chiesto un incontro con il presidente Arno Kompatscher e con l’assessora Waltraud Deeg proprio per affrontare la questione.

«Risposta? Nessuna - dice Andriollo -. Ma non è facendo finta di niente che si risolvono i problemi, dal momento che siamo in piena emergenza migranti. Basta vedere gli sbarchi che si susseguono in Sicilia e in Calabria. Per non parlare dei clandestini che entrano dal Brennero come effetto dei respingimenti di Austria e Germania».

L’ex prefetto di Bolzano Valerio Valenti, di recente nominato dal governo commissario delegato per lo stato di emergenza per i migranti, ha proprio il compito di ridistribuire i migranti sul territorio nazionale, comprese le province di Bolzano e Trento.

«Stiamo cercando - ha detto - immobili ad hoc per un’ospitalità più dignitosa. Le disposizioni in deroga danno più poteri ai prefetti, per individuare strutture di accoglienza».

La preoccupazione del Comune è sempre la stessa, ovvero che a doversi far carico di ulteriori arrivi sia ancora una volta Bolzano.

«Servono soluzioni che non siano emergenziali - ha ripetuto più volte il sindaco Renzo Caramaschi - visto che il problema è strutturale. Vogliamo capire quanti Comuni - dopo la morte per freddo del giovane egiziano a Bolzano sud - hanno dato la disponibilità, come sollecitato dal governato, a mettere a disposizione strutture».

A chiedere che non si chiudano i centri di Appiano, Merano e Bressanone, oltre al Comune, ci sono associazioni di volontariato come Bozen solidale che assistono coloro che dormono in strada.

«Chiediamo alla Provincia di tenere in funzione - auspica Federica Franchi - le strutture della periferia, perché lì dentro ci sono anche persone che lavorano, ma non si possono permettere l’affitto di un alloggio, perché i prezzi - si sa - sono astronomici». A.M.

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