Migranti, sottozero sul treno merci in 40

Sono stati fermati lo scorso weekend al Brennero. Erano nascosti tra le gomme dei Tir con il rischio di morire assiderati


di Massimiliano Bona


BRENNERO. Ne sono arrivati quaranta, anche lo scorso fine settimana, al Brennero. Erano stipati su un treno merci e cercavano di proseguire il loro viaggio della speranza verso il Nord Europa oltrepassando il confine austriaco prima e tedesco poi. Ma sono stati individuati e fatti scendere dai poliziotti in servizio alla stazione. Ad impressionare sono i giacigli di fortuna ricavati all'interno dei vagoni, nella pancia dei tir partiti da Bolzano. Se il treno merci arriva di giorno è tutto più facile per le forze dell'ordine perché è impossibile non vedere un sacco a pelo verde o azzurro incastrato tra le ruote di un camion ma se il convoglio (e ce ne sono tanti) passa di notte l’impresa non è affatto impossibile. Con il buio pesto non sempre le torce riescono ad individuare i migranti che sono disposti a tutto - anche a viaggiare per ore sottozero schiacciati contro la fiancata di un autoarticolato - pur di raggiungere il fratello, il marito o un amico che ha trovato una sistemazione decorosa lontano da Paesi dilaniati dalla guerra o da cruente lotte religiose. I profughi, e tra loro ci sono anche diversi minorenni, sanno perfettamente di rischiare la vita, proprio come a bordo dei barconi su cui hanno raggiunto la terra ferma partendo dalla Libia o dal Marocco. Sanno bene che ci sono già stati diversi morti assiderati (in Tirolo) e che qualcuno (come Abel, 17 anni) è finito sotto un treno (a Bolzano). Ma l'hanno messo in conto e hanno deciso di rischiare. Pur di cambiare vita. L'altro giorno, al Brennero, sono stati fatti scendere, uno ad uno, e gli agenti hanno consegnato loro un foglio con l’invito a presentarsi in caserma in base all'articolo 15 del Tulps, il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. «La S.V. - si legge - è invitata a presentarsi presso l’ufficio stranieri della Questura di …. in data...alle ore..., munita di un valido documento per regolarizzare la Sua posizione di soggiorno».

«Lo leggono - racconta uno dei residenti che monitora la stazione quotidianamente - ma non sempre lo capiscono. Di sicuro lo accartocciano nel giro di una manciata di minuti e lo buttano via. Lo scorso fine settimana ne abbiamo raccolti alcune decine accanto ai binari e nel bosco. I migranti, però, poi si riorganizzano. Tornano a Vipiteno e cercano un'altra via per proseguire il loro viaggio della speranza. E non di rado si tratta di un altro merci in direzione Brennero».

Venerdì scorso i più coraggiosi hanno sistemato decine di cartoni a terra, all'aperto. In attesa del convoglio successivo in arrivo dal capoluogo altoatesino. Ma al Brennero, a dicembre, si congela. Il rischio di morire assiderati aumenta con il passare delle ore.

Il lavoro, per chi fa i controlli, è quasi improbo. I treni merci sono lunghi oltre mezzo chilometro e non si può pretendere di riuscire a far scendere tutti. Specie di notte. Forse tocca alla politica iniziare ad elaborare strategie mirate, anche perché i flussi migratori non possono più essere considerati un’emergenza. Anzi, le proiezioni dicono che i passaggi sono destinati ad aumentare. E non dureranno pochi mesi, ma parecchi anni.

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