Milano e Vienna, si parte davvero 

Al via domenica con l’orario invernale. L’impegno dell’assessore Alfreider per spostare sempre più persone dall’A22 al trasporto su rotaia Ieri la presentazione dell’Öbb per la capitale austriaca: 408 posti a sedere, area famiglie, 230 km orari di velocità massima, 6 ore e 45 minuti di viaggio


Paolo Campostrini


Bolzano. Che un collegamento diretto fra Bolzano e Vienna (partirà domenica) non sia paragonabile a una semplice linea con qualsiasi altra città, lo hanno detto, plasticamente e musicalmente, i brani suonati dalla banda di Cornedo. Invitata per l'occasione. Tra cui l'inno del Tirolo. Insomma, è un filo che si riannoda, storico e sentimentale, questo tessuto ieri in stazione. Ma su un tavolo 4.0. In cui, più che la nostalgia, ci sta la voglia di esserci, di un Alto Adige stanco di non connettersi o di farlo a fatica. Tanto che Arno Kompatscher non ha mancato di dare un segnale politico molto importante: "I confini non vanno spostati, vanno superati", ha scandito. E il Railjet delle Öbb serve anche a questo. Non c'è posto per secessioni e neppure i secessionisti in questa provincia posta a cavallo tra due mondi ma occorrono strumenti per fare ponti e eliminare le ragioni di conflitto. E', in sostanza, la strada dell'autonomia. Che poi la questione treni vada oltre l'inaugurazione di ieri della direttissima Bolzano-Vienna, lo racconta anche una prossima inaugurazione: quella del Frecciarossa , altrettanto diretto, Bolzano-Milano. Tanto che i due collegamenti si attiveranno insieme, il 15 dicembre. Per proporre quell'alternativa sostenibile al mezzo privato e dunque all'uso dell'A22 come unico cordone ombelicale nord-sud, che è la dolce ossessione di Daniel Alfreider, assessore alla mobilità provinciale. Il quale, da quando è in carica tesse relazioni sempre più strette ed insistite dentro il triangolo Provincia-Rfi-Öbb. Le quali stanno dunque dando i loro frutti. La capitale dell'ex impero e la metropoli economica del NordItalia sono dunque i nuovi assi su cui una intera economia, non solo turistica, potrà contare in futuro. L'importanza dell'evento è stata sottolineata anche dai volti dei presenti. Dal ceo delle ferrovie austriache Andreas Matthä, a mezza giunta, tra cui, oltre al presidente anche Alfreider e Bessone, dal vicesindaco Luis Walcher al presidente della potente associazione albergatori, dal presidente dell'Azienda di soggiorno al direttore di Sta. Non si dovrà più cambiare al Brennero, dunque. Né a Innsbruck. In meno di sette ore si arriverò a Vienna passando per Bressanone, Fortezza, Innsbruck, Salisburgo, Linz, St.Pölten. Partenza da Bolzano alle 7.45. Partenza da Vienna invece alle 15.30. Posti a sedere almeno 408, con anche una carrozza ristorante, vista la lunghezza del viaggio. Carrozze nuovissime, poltrone comode. Su una, in prima, si è accoccolato Kompatscher: "Sembro il Kaiser... ma non scrivetelo". Il senso politico di questa nuova direttrice è nelle cose: un confine sempre più sfumato tra Italia e Austria, un riannodarsi di antiche relazioni tra Bolzano e l'antica capitale, la strada scelta dall'autonomia che conduce ad un superamento di antiche gelosie attraverso l'apertura e non la chiusura, i collegamenti e non le barriere. Altro significato sta nell'insistenza con cui la giunta ha posto l'accento sull'uso della ferrovia come alternativa al mezzo privato. "La strada attraverso cui questa alternativa poteva concretizzarsi era una sola: che diventasse conveniente" hanno aggiunto Kompatscher e Alfreider. Convenienza sta a significare comodità, soprattutto, e poi comfort e infine tempistica. Il "volo" su Vienna ha tutto questo. Come pure lo avrà quello su Milano, in meno di tre ore. E a pochi anni dall'avvio delle Olimpiadi, dove l'Alto Adige è presente e dunque si troverà a disposizione un asse ancora più strategico. Insomma, Bolzano ha deciso di aprirsi. Vienna è una tappa. Ma proprio il suo significato anche emotivo, per un sudtirolese, conterà per far pendere sempre più la bilancia dei collegamenti sulla rotaia invece che sull'autostrada. P.CA.

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