Monumento, 6.300 visitatori in 5 giorni

L’assessore Trincanato: «Grande soddisfazione, adesso andiamo avanti col Duce a Cavallo. Soluzione pronta»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. «Mi hanno fatto avere oggi le cifre, sa quanti hanno visitato il Monumento in cinque giorni? 6.300. Non ho parole...». Ecco come può cambiare la vita di un'assessora. Dall'oggi al domani. Dalle ironie dei colleghi di giunta che aspettano l'inciampo, al monumento che cambia pelle e la cambia anche a Bolzano. Patrizia Trincanato ha fatto l'impresa e se la gode. Con qualche questione che va chiusa: «Piazza Vittoria da rinominare? No. Non ancora e non subito. Piazza della Pace adesso può attendere. Un nuovo nome non è questione urgente». Ma con altre questioni che restano aperte: «Ma dico: possibile che con la Svp che adesso c'è in Provincia parliamo la stessa lingua e con quella che sta in Comune, spalla a spalla con me, sembriamo venire da mondi diversi? Con Kompatscher e Achammer mai un equivoco. Anzi, sono stati loro a spingere per il museo e tutto il resto. La Svp bolzanina, invece... Ma non mi faccia parlare...».

Cosa vorrebbe dire assessora?

Mi mordo la lingua. Come i vecchi democristiani.

Ma se potesse...

I nuovi del partito che sono arrivati in Provincia sono veramente di un'altra generazione politica. Hanno idee diverse dalle mie ma i metodi e le prospettive sono uguali. In Comune invece è stata tutta una resistenza. Il museo, l'allestimento, l'idea stessa di fare questa operazione alla Vittoria... Una volta la Svp cittadina era all'avanguardia nella ricerca di novità legate alla convivenza e al cambiamento e in Provincia c'erano Durnwalder o Zelger. Adesso sembra si siano invertiti i ruoli. Legittimi, naturalmente, ma che fatica...

Sono loro che spingono per cambiare nome alla piazza?

Questo non lo dico. E io rispondo che tutto può succedere. Perché col museo e i led è stato avviato un percorso. Ma devono essere i cittadini nel caso a proporre.

A proposito di led di chi l'idea dell'anello? Ci sono versioni non univoche.

Gli storici avevano detto: ci vuole un segno che anche da fuori dica che qualcosa è cambiato dentro. E i tecnici della Gruppe Gut hanno proposto l'anello. E' stato accettato da tutti noi.

Spagnolli non è convinto. Sbaglia, è stato frainteso?

Per quel che conosco Gigi, è sempre sincero. Non c'è dietrologia. A lui non piace, punto. E' un giudizio estetico.

In questi giorni ha avuto telefonate minacciose?

Nessuna. Minacce no, qualche dissenso. Ma la gente che incontro mi dice per la gran parte: finalmente! Prima ho dovuto difendermi dalle ironie della mia maggioranza ma adesso mi prendo la mia rivincita. Soprattutto i giovani mi spiegano che le altre generazioni glielo dovevano. E' stato tolto loro un peso.

Adesso c'è l'altro peso, il duce a cavallo. Quando si inizia a lavorare anche lì?

Prestissimo. Dopo l'estate. E chiudiamo la questione entro questa legislatura.

Come? Con un altro led?

Probabile.

Kompatscher ha detto: non basta una scritta proiettata. Ci vuole qualcosa di stabile.

Ha ragione. La proiezione non si vedrebbe di giorno. Probabilmente ci sarà la frase della Arendt fissa e visibile sempre. Ma sarà per la lunghezza del frontone sopra le attuali scritte del regime. Non un anello...

E un luogo che spieghi, come al monumento?

Stiamo lavorando coi progettisti. Ci sarà una struttura ma in armonia con l'unicità della piazza. Ci sarà probabilmente un concorso.

Sgarbi ha promosso i led...

Le sue idee non sono le mie ma va bene così.

Ma ha bocciato il Museion.

E' stato troppo duro.

Ma spesso il Museion è accusato di essere troppo autoreferenziale.

Non è vero. Ma se posso dire qualcosa, forse Museion dovrebbe divulgare di più, diventare più accessibile ai molti che restano fuori. E ancora: costruire più legami con la città.

Sarà ricordata per sempre col museo...

Era quello che sognavo.













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