Morto Walter Bonatti, Messner: «Un grandissimo alpinista»

Walter Bonatti, gransissimo protagonista dell'alpinismo mondiale, è morto ieri sera.
Le imprese di Bonatti VIDEO



BOLZANO. "Bonatti è stato uno degli alpinisti più grandi della storia, l'ultimo alpinista tradizionale, fortissimo in tutte le discipline. Walter era però soprattutto una bellissima persona, tollerante e amorevole". Reinhold Messner ricorda così Walter Bonatti scomparso ieri sera. Messner nel giugno di un anno fa aveva organizzato una festa per l'80esimo compleanno di Bonatti. "Mi è stato detto - racconta Messner - che Bonatti fino all'ultimo non era a conoscenza della grave malattia che lo affliggeva e forse questo è stato un bene". "Walter - aggiunge - ci lascia un grande testamento spirituale, quello di un uomo pulito che per le vicende accadute sul K2 è stato calunniato per 50 anni, ma alla fine tutti gli hanno dovuto dare ragione". Come detto, appena un anno fa Bonatti aveva festeggiato il suo 80/o compleanno a Castel Firmiano, ospite di Messner. Era ancora perfettamente in forma e aveva ricordato, le sue imprese assieme all'amico di sempre Reinhold Messner. "Non mi sento - aveva detto un vulcanico Bonatti - di avere 80 anni se penso all'intensità con la quale ho vissuto, credo di averne 200, per il resto mi sento come un quarantenne". "Non sono un figlio della montagna, ma del fiume Po che sognava le terre lontane di Jack London e Ernest Hemingway", aveva raccontato il bergamasco. "Sono un uomo fortunato - aveva aggiunto - perchè queste terre ho avuto modo di vederle di persona, prima come alpinista e poi come inviato di Epoca". Bonatti non stava mai fermo, sembrava instancabile, di tanto in tanto si toccava i suoi capelli bianchissimi. "Ho abbandonato l'alpinismo estremo nel'65 perche' - aveva detto - con i mezzi tradizionali, ai quali avevo giurato fedeltà, potevo ormai solo più ripetermi. Ancora oggi vado in montagna e sono felice come lo ero quando scalavo le montagne più alte del mondo". Secondo Bonatti, "la corsa verso i record ha portato l'alpinismo, come gli altri sport, ai trucchetti. Nè io nè Reinhold abbiamo inseguito i record". Come giornalista - aveva ricordato Bonatti - "ho semplicemente riverso in parole il mio modo di essere".













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