Muore sul Monte Bianco 

La vittima è il bolzanino Philipp Angelo, 36 anni. È caduto sulla Grandes Jorasses



BOLZANO. Una scarica di sassi potrebbe essere all’origine dell’incidente nel quale è morto Philipp Angelo, 36 anni (avrebbe compiuto i 37 il 27 dicembre) guida alpina bolzanina, che abitava in Corso Libertà al civico numero 79: la tragedia è avvenuta, ieri intorno a mezzogiorno, sul versante francese del Monte Bianco.

È precipitato «per circa 600 metri dal versante nord delle Grandes Jorasses, mentre affrontava la parete in free solo, in solitaria e senza assicurazione», ha precisato un portavoce del Peleton de gendarmerie d'haute montagne di Chamonix (Francia). Un volo incredibile che non gli ha lasciato scampo.

«La tragedia si è verificata verso mezzogiorno - ha continuato il portavoce - e sono stati altri alpinisti ad assistere all'incidente ed a contattarci per dare l’allarme». Alpinisti spagnoli che erano sul posto e che hanno raccontato di averlo visto “volare giù”.

La Gendarmeria si è mossa immediatamente con i soccorsi, ma non ha potuto far altro che recuperare il corpo dello sfortunato alpinista altoatesino che aveva con la montagna un rapporto speciale. Quando non accompagnava clienti, amava arrampicare da solo.

Philipp Angelo è caduto «da una quota compresa tra 3.600 e 3.800 metri ed è morto sul colpo».

Era impegnato nell'ascesa dello Sperone Walker (4.208 metri), parete molto impegnativa e riservata ad alpinisti molto esperti, che lui conosceva molto bene. «Le cause della caduta al momento non si conoscono: non si esclude la scarica di sassi», aggiungono dalla gendarmeria.

Per Philipp Angelo il Monte Bianco era il sogno assoluto.

E Franco Perlotto alpinista, guida alpina, scrittore e gestore del Rifugio Boccalatte-Piolti alle Grandes Jorasses non vuole credere che l’alpinista precipitato, ieri dallo sperone Walker sulla parete nord sia il suo amico bolzanino.

«Non ci posso credere. Non posso credere che sia Philipp. Ma siete proprio sicuri?»

«Ci siamo sentiti - racconta - domenica al telefono: mi ha detto che voleva attaccare in solitaria la nord lungo la via Cassin, di cui quest’anno si festeggiano gli 80 anni della prima ascensione. Voleva saper com’erano le condizioni e io gli ho detto che erano buone».

E difatti le condizioni erano buone per attaccare la parete delle pareti, “la Via delle Vie”, la via Cassin allo Sperone Walker sulla parete nord delle Grandes Jorasses che rappresenta il sogno di ogni alpinista, ed era anche quello di Philipp .

La via è molto impegnativa e lunga e deve quindi essere affrontata solamente in condizioni ottime e con un grande allenamento.

Ma le condizioni meteo - come conferma Perlotto - erano buone e Philipp Angelo era guida ed alpinista di alto livello.

Solo l’11 agosto - una manciata di giorni fa - Perlotto scriveva così su Facebook del suo amico: «Philipp Angelo mi aveva promesso di passare a trovarmi anche quest'anno. È partito solo soletto dalla Val Ferret stamattina alle 5, è salito al bivacco Gervasutti ed ha continuato sulla Cresta des Hirondelles fino in cima alle Grandes Jorasses poi è sceso per la via normale. Alle 15 era al rifugio per una pasta». Quindi la foto che vedete qui in alto con Philipp sorridente, i ricci al vento e le braccia conserte, pronto alla nuova sfida. Lui che di sfide se ne intendeva. Il 15 settembre 2014 aveva salito la via dei Polacchi in solitaria. Aveva concluso la salita con la traversata delle Jorasses, passando per il bivacco Canzio e proseguendo per la cresta di Rochefort fino al rifugio Torino, tutto in giornata. Alla fine aveva scritto: «Sono sfatto, ma soddisfatto, quasi troppo stanco per dormire beatamente ma contento di essere riuscito a realizzare un mio piccolo sogno, di aver colto e vissuto l'attimo». (v.f.)

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