Negli ospedali altoatesiniarrivano i superprimari

Florian Zerzer, braccio destro dell’assessore Theiner, spiega che la bozza stilata da Oswald Mayr va in questa direzione: «Riuniremo nei vari ospedali tutti i reparti di una stessa branca sotto un unico Dipartimento che sarà guidato da un unico primario. E senza tagliare la testa di nessun primario»



BOLZANO. La Riforma della sanità in Alto Adige punta a riorganizzare i sette ospedali con i Dipartimenti, affidati ai "super-primari" Florian Zerzer, braccio destro dell’assessore Theiner, spiega che la bozza stilata da Oswald Mayr va in questa direzione: «Riuniremo nei vari ospedali tutti i reparti di una stessa branca sotto un unico Dipartimento che sarà guidato da un unico primario. E senza tagliare la testa di nessun primario».
 Zerzer chiede al Gruppo clinico guidato da Walter Pitscheider, che sta esaminando la bozza, di far presto.
 «Spero che gli esperti trasformino in realtà alcune nostre indicazioni e che finiscano a giugno. Dobbiamo andare avanti in fretta».
 Ma la Riforma è inchiodata da anni. Mayr era partito più che spedito, poi è stato lì lì per mollare per rispondere alle critiche di chi lo accusava di essersi rinchiuso in una torre d’avorio e di decidere in solitudine... ma è stato trattenuto.
 
«Questo non è vero. Mayr ha sempre fatto un ottimo lavoro, posso solo dire che ora coinvolge di più i suoi interlocutori. E non è vero che siamo rimasti fermi perché abbiamo fatto dei passi avanti. Certo, il tempo è servito anche a cambiare la testa di chi non voleva collaborare».
 Un esempio?
 
«Certi primari».
 L’Anaao chiede all’Azienda di attivare al più presto i Dipartimenti e di creare, soprattutto in periferia, strutture semplici guidate da direttori e non più da primari. Cosa dice?
 
«Che sarà accontentato a metà. Riuniremo tutti i reparti di una stessa branca nei vari ospedali in un unico Dipartimento che sarà guidato da un unico primario».
 Lo chiamiamo superprimario?
 
«Chiamatelo come volete».
 E gli altri allora diventeranno direttori?
 
«No, resteranno tutti primari. Non taglieremo nessuna testa».
 E allora i risparmi?
 
«Con i Dipartimenti risparmieremo comunque. Li avevamo individuati nel 2004 mai ci siamo resi conto che la normativa non era adatta a farli funzionare perché troppo burocratizzata, troppo complicata, avrebbe immobilizzato tutto. Così l’abbiamo modificata, abbiamo riscritto le regole e adesso appena il Gruppo clinico ci riconsegnerà la bozza riveduta e corretta andremo avanti».
 Nei giorni scorsi il direttore generale dell’Asl unica, Andreas Fabi, ha detto all’Alto Adige che alcuni reparti, soprattutto in periferia, possano benissimo essere sostituiti con ambulatori specialistici aperti dalle 8 alle 17. Cosa dice?
 
«Che la bozza Mayr lo dice a chiare lettere. Dice che determinati primariati potranno svolgere la propria attività soprattutto attraverso prestazioni offerte ambulatorialmente senza ricoveri, altri mettendo a disposizione posti letto e day hospital ma dice che i primariati resteranno».
 La Provincia ha deciso. I voti sono voti.
 
«La decisione è politica ma guardate che se i primari rimarranno il loro ruolo all’interno del Dipartimento sarà ridefinito. Si dovranno adattare, dovranno lavorare in equipe, in rete, non potranno pensare al loro reparto in solitudine pensando di curare certe malattie, di usare certe tecniche ma dovranno seguire direttive definite a livello aziendale».
 Hanno afferrato?
 
«Alcuni hanno subito, altri non l’hanno presa affatto bene ma resto fiducioso».
 C’è dell’altro?
 
«Certo. I singoli reparti nel tempo perderanno i loro letti e la riorganizzazione dovrà creare due grandi aree una per pazienti chirurgici e l’altra per pazienti dell’area medica. La Riforma punta a fare in modo che i malati vengano visti da più esperti».
 In concreto come farete?
 
«Adegueremo gli spazi. Per esempio la nuova clinica medica che sta sorgendo accanto al San Maurizio va già in questa direzione».
 L’Alto Adige vanta il tasso di ospedalizzazione più alto d’Italia. Che fare?
 
«Per evitare il sovraccarico in corsia ci dovranno finire solo i casi acuti. Per fare questo occorre creare una rete territoriale che coinvolga i medici ed i pediatri di base per fare da filtro ed evitare ricoveri inadeguati».
 Ma mancano strutture, non esiste una rete territoriale forte. Come farete?
 
«Stiamo pensando di creare, nelle case di cura, posti letto “di transito” per accogliere chi è dimissibile dall’ospedale ma non può essere accudito a casa».
 

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