Neve al sud, supermercati a secco di frutta e verdura

Il maltempo blocca molti rifornimenti per i punti vendita nella nostra provincia Coldiretti: «Danni pesantissimi, i prezzi rischiano di triplicare anche al Nord»


di Alan Conti


BOLZANO. Il gelo ha messo in ginocchio il sud del Paese e svuotato gli scaffali dei supermercati. Decine le segnalazioni arrivate dai clienti dei punti vendita Aspiag, Poli e Koncoop della città. È la conseguenza diretta dell’ondata di maltempo che ha messo a dura prova i campi dell’Italia centro meridionale come confermato dalla stessa Coldiretti nazionale. Nei supermercati, dunque, spinaci, bietole, broccoli, arance, finocchi, coste, zucchine, lattuga, carciofi e rape sono diventati più difficili da trovare. Problemi anche per la arance dalla Sicilia. Nessuna emergenza, ancora, ma di sicuro qualche complicazione in più per chi cerca un prodotto fresco. Diversi clienti hanno dovuto ripiegare sul prodotto surgelato. «Purtroppo non c’è altra soluzione - dice all’Alto Adige una commessa -. In tanti anni di lavoro non ho mai visto una cosa simile». L’aspetto più preoccupante, però, è che la scarsa quantità di ortaggi possa portare ad un rialzo dei prezzi. Il fenomeno, infatti, non sembra essere passeggero perché sarebbe collegato al raccolto e non ai trasporti. I danni, insomma, sono seri per l’agricoltura di molte regioni. Il rischio è di vedere i cartellini dei prezzi triplicarsi e non a caso, ieri, sia Aspiag sia Poli gettavano acqua sul fuoco. «Non si registrano particolari difficoltà» la versione ufficiale della grande distribuzione, ma i clienti parlano chiaro: «Ci sono delle verdure che sono introvabili».

«Il gelo è il problema - conferma Mauro Fiamozzi, direttore della Coldiretti regionale - quindi potrebbe soffrire soprattutto la frutta come le clementine. Il rischio, in questi casi, è che scoppi subito la speculazione ed il rialzo dei prezzi. Purtroppo la neve è scesa in aree dove non sono abituati a contrastarla». La scarsa disponibilità e il conseguente rialzo dei prezzi potrebbe interessare anche altri prodotti differenti dalla frutta e la verdura. È il caso del latte, per esempio, che potrebbe registrare una contrazione del 30% sulla produzione a causa delle difficoltà che hanno dovuto affrontare gli allevamenti.













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