No al software libero La Provincia brucia almeno 600mila euro

Cambio di rotta dopo una consulenza informatica esterna Tutti i pc migreranno su un programma di Microsoft


di Alan Conti


BOLZANO. Nel giugno 2013 la Provincia di Bolzano annunciò la migrazione di tutto il suo sistema informatico verso un software libero risparmiando, così, più di 600mila euro in licenze per 7.000 pc. Una misura inserita addirittura nel documento di contenimento della spesa corrente. A tre anni di distanza, però, la stessa Provincia ha approvato una delibera in cui sancisce la migrazione dei propri sistemi informatici connessi (la “cloud”) in Microsoft Office 365 che gratis non è. Cosa sia successo in mezzo cerca di ricostruirlo Sonia Montegiove, presidente dell'associazione LibreItalia e responsabile ditoriale del portale nazionale “Tech Economy”. «Nel 2014 per il progetto legato al software libero l'ente provinciale aveva stanziato 100mila euro, poi si è tutto arenato senza sapere come mai. Dal novembre 2015 fino a febbraio 2016 abbiamo cercato di chiedere lumi tecnici all'assessore provinciale con delega all'informatica Waltraud Deeg e non abbiamo mai ricevuto risposta». Nella delibera, però, si parla di necessità di passare da un modello di produzione personale a uno di collaborazione di gruppo. Insomma i computer devono lavorare più in rete e meno come singoli. «L'ente, però, per ottenere questo non ha svolto una ricerca interna, ma ha commissionato uno studio di fattibilità a un soggetto indipendente. La Provincia, dunque, si è rivolta alla ditta Alpin di cui non possiamo certo mettere in dubbio l'obiettività, ma che di sicuro propone sul suo sito soluzioni Microsoft Sharepoint e chiede al suo personale di avere una buona conoscenza di Microsoft». Lo studio chiarisce ben presto che il software libero non prevede alcune funzioni importanti, poi mette a confronto il prodotto di Microsoft (Office 365) e quello di Google (App For Work) preferendo il primo. Peccato che i risultati, da cui sono dipese le scelte della giunta nella delibera, siano disponibili solo in tedesco. «Non si è trattato di una contrapposizione – ribatte il direttore della ripartizione informatica Kurt Pöhl – ma di un'esternalizzazione di servizi in cloud. La Alpin è stata scelta perché super partes e molto competente». Manca, però, di competenze linguistiche e per chi conosce solo l'italiano risulta impossibile capire perché il prodotto Microsoft sia preferibile al software libero e al concorrente di Google. Quello che si comprende dalla delibera è che questo comporterà un aumento di spesa del 15% rispetto all'attuale: non esagerato, ma nemmeno il risparmio promesso. A questo va aggiunto l’esborso di 100mila euro per lo studio di modifica verso il software libero e l’eventuale spesa per la consulenza ad Alpin. «Il passaggio radicale al programma di Google - aggiunge Pöhl - avrebbe comportato il trasferimento di alcune attività oggi offline sull’online. Una modifica difficile da gestire con la banda che abbiamo oggi». Rimangono, da parte di Montegiove e di alcuni esperti di settore, una serie di domande ancora senza risposta: «Perchè non ci si è mai confrontati con il precedente del Ministero della Difesa che ha spostato 150.000 postazioni al software libero senza ripercussioni? Quali sono i costi di riconversione del personale che era abituato a lavorare con Libre Office? Quanto dura il contratto del servizio cloud? Cosa succederà quando l'accordo finirà e la ditta vorrà riprendere i suoi dati?».

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