La comunità

«Noi, orgogliosi di essere del Sud ma l’Alto Adige è la nostra casa» 

Tanti i pugliesi, i siciliani, i campani, i lucani i molisani, gli abruzzesi, i laziali e i sardi che in provincia vivono e lavorano, uniti dalla buona cucina e dalla voglia di stare insieme Il gruppo Facebook è un laboratorio di idee e luogo per consigli e aiuti



BOLZANO. «Qualcuno ci vede come ospiti, molti vedono in noi una risorsa in più per questa magnifica terra. Amiamo l’Alto Adige, anche questa è casa nostra. Siamo anche noi sudtirolesi, sudtirolesi del Sud». Era questa la conclusione di una nota intitolata “Le nostre radici”, datata 23 luglio 2019, firmata da Luca Crisafulli, avvocato giuslavorista, cresciuto a Bolzano, tornato in Sicilia insieme ai genitori, laureato a Messina e ritornato a Bolzano per avviare la sua attività professionale.

Pochi mesi prima, il 5 febbraio, lo stesso Luca Crisafulli aveva creato il gruppo Facebook “Sudtirolesi del Sud”, di cui è amministratore, che oggi, a marzo 2021, ha superato i 1.200 membri, equamente divisi tra uomini e donne. L’idea era nata durante una chiacchierata al bar con Felice Espro, giornalista, messinese, da 20 anni in Alto Adige. Entrambi venivano da esperienze di moderazione in un gruppo generalista, ma cercavano una dimensione social più “contenuta”, più garbata, più amichevole, con una mission “sociale” e “social” nobile, utile alla collettività.

Il gruppo social è nato come contenitore di esperienze e radici di quanti portavano il Sud nel cuore, senza sapere esattamente dove si andava a parare. «Work in progress», si disse alla partenza.

«Inutile dire – ammette Felice Espro - che il primo comun denominatore è stata la “panza”. Per noi meridionali il cibo è vita, la preparazione del cibo è arte, il pranzo con amici e parenti è una gioia». Pian piano, dal social sono nate iniziative reali in ambito culturale come le visite guidate ad opera dell’architetto Flavio Schimenti, palermitano; il coinvolgimento in eventi musicali del violinista e direttore d’orchestra Roberto Federico, siciliano; le attività sociali e didattiche della tarantina Francesca Morrone, moderatrice del gruppo in coppia con l’inseparabile Giusy Maestretti, pugliese di Manduria; le rubriche sociologiche di Pino Maiolo; le perle di saggezza del campano Luca Di Biasio; i panorami mozzafiato del palermitano Salvatore Segnin; le parole incantevoli dello scrittore siciliano Giovanni Accardo. Tutto sotto gli occhi vigili di altri due moderatori, il giornalista messinese Carmelo Salvo e la preziosissima Maria J. Moschella.

Si fa davvero fatica a non citarli tutti, da chi pubblica post ironici a chi punta su spunti culturali o sullo sport o sull’arte, senza dimenticare chi perpetua con goliardici sfottò la rivalità tra palermitani e catanesi (arancino o arancina?), tra messinesi e reggini (cugini dello Stretto), tra palermitani e napoletani (le due capitali del Regno), tra ciociari e romani, tra salernitani e napoletani, tra pescaresi e aquilani, o semplicemente tra regioni o tra Sud e Nord.

Dopo i primi mesi, la voglia di stare insieme, anche di persona, ha portato ad organizzare un raduno a Bolzano a fine settembre 2019, grazie all’assistenza degli alpini (utilissimo l’alpino pugliese Enrico Lillo). «C’era così tanto cibo, portato da centinaia di partecipanti, che avremmo potuto sfamare le Truppe Alpine per tre giorni. - chiosa Felice Espro - Indimenticabili le pagnotte da 5 chili l’una di Giusy Maestretti. E ancora pasta al forno, parmigiana, frittate, insalate, panzerotti, pizze, focacce, cannoli, babà, sfogliatelle. Dopo due anni, devo ancora digerire”.

A seguire, un raduno a Merano, cene e bicchierate in compagnia tra membri del gruppo. Infine si è sviluppato quasi da solo il settore mutuo-aiuto, con post liberamente pubblicati dagli interessati. Dall’emergenza casa, molto forte per chi è appena arrivato in Alto Adige, alle riparazioni domestiche: come dimenticare il miracoloso intervento telefonico di Salvo Vasta, concordato via social in pieno lockdown rigido, per aiutare una sudtirolese del Sud a effettuare una riparazione urgentissima in casa?

Certo, il Covid ha rallentato tutto, almeno gli incontri di persona. Ma il contatto social è rimasto vivo, vivissimo. È stato persino di conforto, nei sempre più frequenti momenti di scoramento individuale e collettivo.

Nell’ultimo periodo, il gruppo è stato notato come potenziale vetrina da attività commerciali e artigianali (pasticcerie, rosticcerie) altoatesine create da meridionali, o che comunque vendono prodotti meridionali. Questa evoluzione è avvenuta a dicembre 2020, dopo che è stato proposto e realizzato un maxi acquisto di panettoni artigianali siciliani che ha avuto tante adesioni.

Il gruppo Facebook è diventato comunità per aiutare, supportare, riunirsi e sentirsi integrati anche lontano da casa. Ne fanno parte imprenditori, professionisti, giornalisti, operai, autisti, panettieri, artigiani, docenti, impiegati pubblici e privati, lavoratori di tutti i settori, ma anche pensionati.

La maggioranza relativa, di poco, è siciliana, ma è un testa a testa continuo con campani e pugliesi. Non mancano calabresi, lucani, abruzzesi, molisani, laziali, sardi. Senza paletti, il gruppo è aperto a chi ne condivide i valori. Meridionali appena emigrati, oppure figli o nipoti di emigrati, o comunque innamorati del Sud, ad esempio “infiltrati” autoctoni sudtirolesi.

«La nostra presenza social è utilissima perché siamo uno spaccato della presenza italiana in Alto Adige. L’idea, adesso, è quella di costituirci in associazione culturale – racconta Luca Crisafulli – per far sentire il nostro modo di intendere la vita a vari livelli. Potremmo puntare ad esempio sui voli diretti Bolzano-Catania, Bolzano-Palermo, Bolzano-Napoli, Bolzano-Bari. Potremmo portare avanti anche delle battaglie per l’evoluzione dell’Autonomia: per esempio chi si trasferisce in Alto Adige per i primi 4 anni non può votare alle elezioni comunali e provinciali, deve continuare a votare nel comune di appartenenza. Lo ritengo sbagliato perché chi viene qui si vuole identificare nella comunità a tutti gli effetti».

In tedesco patria si dice “Heimat“, un vocabolo che non ha un vero corrispettivo nella lingua italiana. Viene spesso tradotto con “casa”, “piccola patria” o “luogo natio” e indica il territorio in cui ci si sente a casa propria perché vi si è nati, vi si è trascorsa l’infanzia o vi si parla la lingua degli affetti. La patria, intesa come tutto ciò che costituisce lo spirito, le radici, l’identità di un popolo.

Per i sudtirolesi del Sud, casa e patria non per forza sono la stessa cosa. La patria è quella che si porta nel cuore. Ma la casa è dove ci si realizza come persona, come lavoratore, come membro della comunità. «C’è chi sente nostalgia della terra d’origine, chi non si integra, chi torna indietro. Noi vorremmo – conclude Crisafulli - che chi arriva in Alto Adige si senta a casa. E chi lascia l’Alto Adige lo faccia per validi motivi sentimentali, professionali, per una scelta ponderata. Di certo non perché si è sentito solo. Ci saremo noi a fargli compagnia».













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