Non autosufficienti, la spesa è esplosa

La Cisl: la Provincia sbaglia a colpire le famiglie, servono nuove regole



BOLZANO. Politica e sindacati mobilitati sulla pioggia di ricorsi presentati dalle famiglie dopo la revisione dei criteri per il calcolo degli assegni di cura per non autosufficienti. La protesta: «I tagli non possono colpire i malati e le famiglie più deboli». Dalla Cisl torna la proposta avanzata già all'avvio della legge.

Così Michele Buonerba: «E' un sistema troppo dispendioso, non può gravare tutto sulle casse provinciali. Serve un meccanismo contributivo». In febbraio la Provincia ha inasprito i criteri per l'assegno di cura, modificando la valutazione dei criteri assistenziali. Per molte famiglie ciò ha comportato un taglio drastico del contributo. All'Auser e ad altre associazioni assistenziali fioccano le richieste di compilare i ricorsi. Non si può accusare la Provincia di stringere troppo i cordoni della borsa: per 14.600 assistiti vengono erogati 190 milioni di euro all'anno. Qualcosa va cambiato ma non così, chiedono i sindacati.

Così Michele Buonerba (Cisl): «Va riconosciuto alla Provincia di avere istituito l'assegno di cura, unico in Italia. Si sapeva dall'inizio che la spesa sarebbe diventata ingestibile. Invece di colpire le famiglie in questo modo, il sistema va rivisto in altro modo. Non basta ad esempio la valutazione del patrimonio, perché nel calcolo non entra la prima casa né i beni mobili fino a centomila euro. Ciò significa che ci sono persone più che benestanti che ricevono l'assegno. Ma non è sufficiente neppure una valutazione più severa.

L'assegno di cura deve essere sostenuto attraverso un meccanismo contributivo, defiscalizzato, a carico delle aziende e dei lavoratori autonomi. In questo modo i lavoratori avrebbero garantito in futuro un sostegno alla non autosufficienza che non può gravare solo sul bilancio provinciale. E' la discussione in corso sul fondo sanitario territoriale».

Mauro Minniti (consigliere provinciale Pdl), che ha sollevato il problema chiedendo alla giunta provinciale di rivedere i criteri, sottolienea: «In politica ci sono settori in cui non possono applicarsi tagli al bilancio: quello dell'assistenza è uno di questi, perché ciò comporterebbe aggravare sacche di povertà o di disagio in maniera irreversibile. I ricorsi che arrivano in assessorato non sono solo la rivendicazione di un diritto, quanto un grido di aiuto da parte delle numerose famiglie colpite dal provvedimento della giunta provinciale».

Critiche anche da parte di Sel (Sinistra ecologia libertà): «La scelta di fare cassa risparmiando sulla salute delle persone è miope e scandalosa: rischia di compromettere la vita di migliaia di famiglie bisognose di più assistenza, senza portare alcun vero risparmio». Questa la proposta di Sel: «Rivedere quella scelta perseguendo strade alternative: risparmiare su altre agevolazioni e introdurre un contributo alla spesa da parte dei redditi più alti».

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