«Non mi piacciono le quote rosa, ma senza non sarei in giunta» 

Il nuovo esecutivo. L’esponente della Svp: «È stata dura, ma ce l’ho fatta e sono felice»


Antonella Mattioli


Bolzano. Ha accompagnato i figli - Maximilian 8 anni e Viktoria 6 anni - a scuola e alle otto di ieri mattina era nel suo ufficio, al secondo piano del Municipio, per la prima riunione online della nuova giunta comunale. Già perfettamente calata nel ruolo di assessora alla scuola e alle attività economiche. Domenica mattina abbiamo incontrato Johanna Ramoser nella grande casa di famiglia, immersa nei vigneti di Rencio. Dove oche, anatre e galline convivono con il cagnolino: un batuffolo bianco, di nome Ferdinand.

Quarantadue anni, esponente del Bauernbund, un sorriso accattivante, bella sia con il Dirndl che in minigonna, Ramoser è una delle due donne assessore (l’altra è la verde Chiara Rabini ) nella nuova giunta Caramaschi.

Assessora, come si sente?

Sono felice.

Nonostante sia stata premiata dall’elettorato, non è stato facile entrare in giunta.

È stata dura ma ce l’ho fatta. Alla fine anche il coordinamento cittadino della Svp, all’unanimità, ha deciso che il secondo assessorato sarebbe spettato a me. Del resto, non poteva essere diversamente: dopo Luis Walcher sono stata la più votata del partito. Non solo: con 1019 preferenze sono la candidata più votata dell’intero consiglio, dopo i candidati sindaco.

Se non ci fossero le quote rosa, che impongono in una giunta a sette almeno due donne, non è detto che sarebbe entrata.

Purtroppo è così. E pensi che non sono mai stata una fan delle quote rosa, ma - oggi dico - che per fortuna ci sono, altrimenti ci sarebbe sempre una buona scusa per lasciare fuori noi donne. E poi si stupiscono che siano poche coloro che si impegnano in politica. Comunque, ci sono anche esempi virtuosi come Cornedo all’Isarco e Bronzolo dove in giunte a cinque, tre sono donne. A Trento in giunta ci sono quattro uomini e quattro donne.

In consiglio comunale però le donne sono solo 10 su 45.

Purtroppo, per noi donne è tutto più difficile. A me dispiace che nella Svp, sia stata eletta solo io. Avevamo candidate molto valide, ma purtroppo la campagna elettorale è stata breve, oltre che fortemente condizionata dal Covid. Non c’è stato il tempo di farsi conoscere.

Lei come ha fatto per ottenere 1019 voti?

Io partivo avvantaggiata. Mi ero fatta conoscere nei primi quattro anni di mandato, cercando di risolvere i piccoli-grandi problemi di tutti i giorni dei cittadini: dal marciapiede al cassonetto dei rifiuti, alla fermata dell’autobus; fino alla signora di 90 anni da accompagnare all’Ufficio anagrafe per la carta d’identità. A tutti ho dato il “santino”. Evidentemente hanno apprezzato, si sono ricordati e mi hanno votata.

La prima cosa che ha in agenda oltre alla prima seduta della giunta?

Ho già in programma un incontro con le responsabili delle scuole materne, per vedere se in qualche modo riusciamo a “salvare” la festa di San Martino che si celebra l’11 novembre. Per i bambini è la festa delle lanterne, vediamo se è possibile fare qualcosa di alternativo. Per conservare almeno una parvenza di normalità in periodo dove tutto è condizionato dal Covid.

Lei assume la competenza sulle attività economiche in uno dei momenti più difficile degli ultimi decenni.

Ne sono perfettamente consapevole e bisogna fare qualcosa. Anche la perdita del Mercatino di Natale è un colpo pesante per l’economia, ma non si poteva fare diversamente in questa situazione. Sto già lavorando per proporre qualcosa di alternativo alla giunta. Non sarà facile ma ci voglio provare. Inoltre porterò avanti quanto messo in cantiere da Stephan Konder, il mio predecessore, che aveva commissionato uno studio sullo sviluppo del turismo in città.

Farà l’assessora a tempo pieno?

Certamente, dividendomi tra famiglia e assessorato. Come tutte le donne sono multitasking. Ho lavorato 20 anni come responsabile della segreteria della scuola Pestalozzi ed ho imparato molto a livello organizzativo. Oggi sono presidente della scuola materna privata di Rencio e curo la parte burocratica-amministrativa, ma dovrò lasciare l’incarico per dedicarmi al mio nuovo impegno politico. In ogni caso so di poter contare sempre sull’aiuto di mia mamma Trude, se c’è bisogno per i bambini. La politica è sempre piaciuta anche a lei: mio nonno Anton Kössler è stato vicesindaco di Appiano.

Lei ha la competenza sulla scuola: cosa ne pensa della scuola bilingue?

Sono contraria. I nostri bambini che a casa parlano dialetto, hanno bisogno di imparare l’ Hochdeutsch. Poi ovviamente è importante che imparino l’italiano e l’inglese. Io stessa sto cercando di perfezionare il mio italiano, leggendo ogni giorno quattro giornali.

Cosa pensa di Caramaschi?

Una persona in gamba, veloce: sono convinta che con lui, come con il vice sindaco Luis Walcher, lavorerò molto bene.













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