Nonni vigili a rischio: non hanno diritto alla paga

Il governo: niente incarichi pubblici ai pensionati. A Trento servizi ridimensionati Interrogazione in consiglio comunale: «Come intende regolarsi il municipio?»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Per colpa del governo potrebbe essere a rischio il servizio dei 97 nonni vigili tanto cari e utili alla nostra città.

La Provincia di Trento, infatti, ha recepito la normativa nazionale in base alla quale i lavoratori in pensione non possono assumere “incarichi di collaborazione organizzata retribuiti” nella pubblica amministrazione. Secondo il sindaco di Trento, Andreatta, la legge parla chiaro: i lavoratori in pensione non possono svolgere incarichi retribuiti, pertanto anche il servizio reso dai nonni vigili, i pensionati che da anni assicurano la vigilanza davanti agli istituti scolastici, è soggetto al rispetto di questa norma. Una prescrizione, se così interpretata, che indubbiamente genererebbe notevoli criticità anche per l’amministrazione bolzanina e metterebbe in crisi i nonni vigili che da anni garantiscono un servizio prezioso per la comunità. A lanciare l’allarme, prove alla mano, è il consigliere comunale Claudio Della Ratta.

I dettagli. Sulla Gazzetta Ufficiale n. 37 del 14 febbraio 2015 è stata pubblicata la circolare del ministro Madia diretta ad agevolare il ricambio e il ringiovanimento del personale nelle pubbliche amministrazioni. L’articolo 6 del decreto legge 24.06.2014, n.90, convertito dalla legge 11.08.2014, n.114, ha introdotto nuove disposizioni in materia di “incarichi dirigenziali a soggetti in quiescenza” dirette ad evitare che il conferimento di alcuni tipi di incarico sia utilizzato dalle amministrazioni pubbliche per continuare ad avvalersi di dipendenti collocati in quiescenza. La nuova disciplina, che si applica a tutte le amministrazioni pubbliche, riguarda incarichi conferiti a qualsiasi lavoratore collocato in quiescenza a decorrere dal 25 giugno 2014. Non sono considerati nel divieto gli incarichi e le collaborazioni attribuite a titolo gratuito.

I cugini trentini. Il Comune di Trento ha affermato in una nota che questa norma riguarda anche il servizio prestato dai nonni vigili, che da anni assicurano la vigilanza davanti agli istituti scolastici cittadini. La norma prevede che d'ora in poi il servizio sarà possibile solo su base volontaria per i pensionati, oppure potrà coinvolgere i disoccupati o ancora essere svolto tramite una convenzione con un'associazione. Secondo il sindaco di Trento, Andreatta, la legge parla chiaro: i lavoratori in pensione non possono svolgere incarichi di collaborazione organizzata retribuiti.

L’interrogazione. Della Ratta ora pone due quesiti al Comune. Primo: «Il divieto di incarico riguarda esclusivamente gli incarichi dirigenziali o comunque di rilevante responsabilità nelle amministrazioni, come sembrerebbe emergere tra le finalità della disciplina, riportate dalla circolare 6/2014 a firma del ministro Madia o, come interpretato dal Comune di Trento, riguarda anche i pensionati che svolgono l’incarico di nonno vigile per conto del Comune?» Secondo: «Nel momento del recepimento (qualora non fosse già stata recepita) da parte della Provincia di Bolzano della normativa nazionale, in base alla quale i lavoratori in pensione non possono assumere “incarichi di collaborazione organizzata retribuiti” nella pubblica amministrazione, e nel caso fosse corretta l’interpretazione data dal Comune di Trento, relativamente al coinvolgimento in tale divieto del servizio prestato dai nonni vigili, come intende attivarsi il Comune per individuare una soluzione alternativa?»

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