Nuovi prof, esame di storia e patentino

Presentato il disegno di legge sull’istruzione: si tratta con Roma per introdurre requisiti particolari per i docenti altoatesini



BOLZANO. “Requisiti particolari per l’insegnamento nelle scuole della provincia di Bolzano”. È il titolo del comma 8 articolo 1 del disegno di legge provinciale sull’istruzione, approvato nell’ultima seduta dalla giunta provinciale e presentato ieri alla stampa dagli assessori Christian Tommasini, Philipp Achammer e Florian Mussner.

Quali sono esattamente i “requisti particolari” che verranno chiesti ai docenti, compresi quelli che in futuro vorranno trasferirsi dalle graduatorie di altre province in quelle della provincia di Bolzano?

Nel testo non c’è scritto, perché la materia deve essere oggetto di una trattativa che si annuncia tutt’altro che facile con Roma, ma dovranno avere l’attestato di bilinguismo, che potrebbe corrispondere a quello che oggi è il patentino B, o l’equipollente certificazione linguistica, e dimostrare di avere una conoscenza storica della realtà altoatesina. «Tutti i dipendenti pubblici in Alto Adige - spiega l’assessore Tommasini - devono essere in possesso dell’attestato di bilinguismo, gli unici a fare eccezione sono gli insegnanti. Non è ancora stato deciso come si accerterà il bilinguismo dei docenti, ma se vogliamo creare una scuola trilingue, dobbiamo avere professori anche con buone basi linguistiche oltre che dotati di una conoscenza delle specificità storiche di questa terra». Ammesso, ma non sarà facile, che da Roma arrivi il via libera, si può prevedere che i nuovi requisiti verranno chiesti a partire dalla fine dell’attuale legislatura, ovvero dal 2019.

Nuove assunzioni. La scuola italiana in Alto Adige ha una dotazione organica di 1840 unità, l’età media è superiore ai 50 anni. A questi si aggiungono altri 350 professori che sono in graduatoria, qualcuno anche da molti anni, in attesa di diventare di ruolo.

L’obiettivo della Provincia - hanno detto i tre assessori - è quello di assumerli a tempo indeterminato (attualmente ogni anno passano di ruolo una settatina di dipendenti).

Dai tagli al personale provinciale sono esclusi gli insegnanti, dove la linea prevista e ampliata anche dal disegno di legge, è quella di rafforzare la continuità didattica. Ciò significa che si intende garantire non solo il turnover quando i docenti vanno in pensione, ma si vogliono coprire, almeno in parte, anche i posti che rimangono “temporaneamente” liberi in caso di maternità, distacchi, part-time.

In base ad una proiezione fatta dagli uffici, se le nuove disposizioni contenute nel disegno di legge venissero applicate oggi, si potrebbero assumere di ruolo 175 docenti nelle scuole dei tre gruppi linguistici.

La Corte di giustizia europea. Insegnanti precari, con contratti a termine eternamente rinnovati: la Corte di giustizia europea nei giorni scorsi ha bacchettato l'Italia. Secondo i giudici del tribunale lussemburghese, il rinnovo illimitato dei contratti precari per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non sarebbe giustificato. A livello nazionale il premier Renzi ha promesso, ma non sarà facile trovare i fondi, che nel prossimo triennio verranno assunti a tempo indeterminato 150 mila precari. La sanatoria però non riguarderà gli insegnanti dell’Alto Adige e del Trentino, dove le province hanno rispettivamente competenza secondaria e primaria in materia. «Certo la Provincia di Bolzano sta cercando già da tempo di ridurre il precariato e il disegno di legge rafforza questa linea - dice l’assessore Tommasini - però non potremo sanare tutte le posizioni in un colpo solo». La sanatoria oltre che a regolarizzare chi da anni è precario, dovrebbe servire anche a porre fine all’attuale sistema di reclutamento degli insegnanti basato sulle graduatorie. «Dobbiamo puntare sui concorsi - dice Renzo Roncat, direttore di dipartimento - perché privilegiano il merito».

Crediti formativi. Il nuovo disegno di legge riconosce per la scuola italiana l’attività musicale extrascolastica come attività scolastica quindi da scalare nella misura di 54 ore all’anno dalle lezioni fatte in classe.(a.m)













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