Bolzano

Nuovo carcere di Bolzano, un’attesa lunga dieci anni

L’opera da 160 milioni di euro: lo Stato ha accettato di accollarsi le spese di costruzione, ma c’è solo un’intesa. I terreni in zona aeroporto vennero espropriati dalla Provincia nel 2012. Intanto in via Dante la situazione è esplosiva



BOLZANO. Con il carcere non c'è da scherzare. Lì dentro, in via Dante, c'è da perderci la testa per far andare avanti le cose. Quando una delegazione delle Camere penali ci andò in visita, un paio d'anni fa, tutti uscirono con gli occhi di fuori. "E' una discarica sociale" fu la definizione più gentile. Non c'è da scherzare perché i vent'anni di attesa per il Polo bibliotecario e gli altrettanti per l'Areale sono gravi, ma i più di dieci anni per aspettare il nuovo Polo carcerario sono gravissimi. I quali, probabilmente e secondo una previsione ottimistica, diventeranno quindici.

Se non ci si muoverà in fretta la situazione potrebbe esplodere. Ed è probabile che non lo si farà in fretta. Perché anche se la notizia è che lo Stato ha accettato di accollarsi le spese di costruzione rifondendo la Provincia in parte con la cessione del vecchio carcere in parte con finanziamenti diretti, non c'è ancora un protocollo. Neppure una firma, solo una intesa.

E dunque "nessuna nuova buona nuova" non vale per l'ennesima grande opera bolzanina che se ne sta invecchiando in un angolo dell'agenda politica. La quale ogni tanto la fa riemergere, spesso in concomitanza con visite romane nel corso delle quali i "cahiers de doleances" sono talmente fitti che all'argomento, alla fine, viene dedicata solo qualche riga nei comunicati. Tuttavia questa volta la ministra Marta Cartabia pare abbia iniziato a percorrere la via più diretta verso il possibile cantiere. Che, comunque, è ancora tutto da delineare perché non è definita la base contrattuale e finanziaria che lo dovrebbe sorreggere.

Intanto via Dante si tiene il suo titolo, sempre in base alle valutazioni di penalisti e delegazioni consiliari e parlamentari, di "carcere tra i peggiori d'Italia". Un visitatore ha rilevato, quattro anni fa, che "non c'è neppure l'acqua calda in cella".

Nello scorso gennaio avvenne pure una rivolta. Con gli sforzi della direzione e del personale in tante occasioni sono stati limitati i danni, ma si tratta di palliativi non di interventi strutturali. Per i quali, invece, era stato definito un bando più di dieci anni fa. Doveva finire tutto molto presto. Luis Durnwalder pronosticò: "Si parte nel 2012 con le procedure e entro il 2014 si trasferiscono i detenuti". Con le grandi opere a Bolzano meglio non rilasciare pronostici...

Ora, negli uffici provinciali, si sta lavorando alla definizione delle zone di competenza finanziaria. "Stiamo muovendoci per definire la cessione di alcuni immobili per consentire allo Stato di accelerare con i suoi impegni per la costruzione della nuova struttura" dice un funzionario del Patrimonio. Il carcere ha tuttavia uno schema di avanzamento abbastanza complesso: c'è il cantiere e il progetto da eseguire ma poi c'è la gestione del Polo carcerario che dovrà durare poco meno di 18 anni con canone annuale. Gestione intesa non come controllo dei detenuti ma nel farsi carico delle mense, del controllo degli impianti, della cura delle zone sportive comprese nel quadrante carcerario. Tra l'una e l'altra questione si prevede un investimento complessivo che salirà, secondo gli ultimi calcoli di budget, fino a sfiorare i 160 milioni. Questo alla luce del calcolo degli aumenti consistenti verificatesi negli ultimi mesi ma non è detto che la previsione si stabilizzi.

A Bolzano sud, in un'area che a Provincia ha già individuato ed espropriato nel 2012, troveranno posto 220 detenuti ma anche una caserma da 150 posti per il personale di controllo. In via Dante, invece, ed è anche su questo che conta la Provincia per rendere virtuosa una operazione di grande impegno, il terreno finalmente liberato dal carcere verrà assegnato ad una struttura culturale, con tutta probabilità una nuova facoltà di Unibz. Così da costituire un asse artistico-museale che, partendo da ponte Druso toccherebbe il Museion, il Museo Civico e finché non verrà anch'esso trasferito, il museo di Ötzi. Ma c'è già chi ironizza: se ne andrà prima la mummia della sua casa o il carcere dalla sua? P.CA.













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