Il caso

Offrono l'introvabile Playstation 5: ma è una truffa 

Si spacciano per una ditta bolzanina: decine di raggirati. La “console” è introvabile da mesi ma viene offerta dietro pagamento anticipato, ma il videogioco tanto ambito non sarà mai consegnato. A Bolzano c’è chi ha perso in una sola operazione oltre mille euro. Aperta un’inchiesta


Mario Bertoldi


BOLZANO. Gli inquirenti sono al lavoro per cercare di identificare i responsabili di una serie di truffe perpetrate via web e rivolte ai patiti dei videogiochi. Sarebbero decine le persone si sono visite sottrarre fraudolentemente centinaia e centinaia di euro nella prospettiva di poter acquistare l’ultima versione dei videogiochi targati Sony, meglio conosciuta come «Playstation 5».

Si tratta di una «consolle» informatica da diversi mesi praticamente introvabile in quanto messa sul mercato durante il periodo più drammatico della pandemia con conseguente difficoltà di reperimento dei componenti elettrici fondamentali per confezionare il prodotto. Una situazione di cui i truffatori erano perfettamente a conoscenza.

Per colpire i truffatori hanno scelto un negozio specializzato di Bolzano che da circa un anno ha avviato l’attività anche via internet vendendo i propri prodotti in tutta Italia. Si tratta della ditta «Games Store» con sede e negozio (da vent’anni) al civico 20 di via Duca d’Aosta. Il negozio è di proprietà del bolzanino Roberto Lazzerin che qualche da qualche settimana sta ricevendo strane telefonate di persone molto interessate all’acquisto della «Playstation 5» che in realtà non è disponibile.

Un rapido controllo ha così permesso di appurare che il sito del negozio bolzanino è stato, di fatto, quasi clonato proprio per indurre in errore i clienti. A dire la verità non si tratta di una vera clonazione quanto piuttosto della decisione di proporsi sul mercato con un sito del tutto simile a quello realmente attivo dalla sede di Bolzano che è molto conosciuto per un’attività ormai prolungata nel tempo.

Il progetto truffaldino si basa su una particolarità che per i più «navigati» dovrebbe subito balzare all’occhio: la proposta commerciale lanciata in rete riguarda infatti soltanto la possibilità di acquisto della «Playstation 5» ignorando completamente altri possibili prodotti. E’ evidente il tentativo di ottenere fiducia, senza alcuna seria valutazione, di chi sarebbe pronto a sborsare belle somme (anche sino a 1400 euro) per acquistare (seppur usata) la «consolle» da tempo introvabile.

Il sito fasullo si presenta sul mercato con un marchio del tutto simile a quello, conosciuto, della «Game Store» ma fa riferimento ad un ipotetico negozio specializzato indicato in via Aslago 89 ove però non c’è alcun esercizio commerciale. Sul sito fasullo viene anche indicato un numero di telefono per raccogliere le ordinazioni del prodotto a cui risponde una operatrice, gentile e rassicurante, che conferma la rapida disponibilità della famosa «Playstation 5» cercando di convincere anche i più increduli proponendo loro interessanti sconti.

L’acquisto dell’ambita «consolle» presuppone però il pagamento anticipato con versamento della somma pattuita (circa 600/700 euro a pezzo) su un regolare conto corrente bancario dal quale però tutti i giorni i soldi vengono prelevati e fatti sparire. Ovviamente l’acquirente scoprirà solo alcuni giorni dopo di essere stato raggirato e di essere destinato a rimanere a mani vuote in quanto la «consolle» non gli verrà mai spedita.

«Ci sono persone che avevano risparmiato la somma necessaria all’acquisto non senza difficoltà - racconta il commerciante Roberto Lazzerin - a Bolzano c’è chi mi ha raccontato in lacrime di essere stato defraudato di 1100 euro in un’unica commissione ma la maggioranza dei truffati sono residenti al Sud». Dare un volto ed un nome ai responsabili di questa ennesima truffa online non sarà facile, se non quasi impossibile. Pare che in passato i truffatori avessero colpito più volte anche in provincia di Gorizia: anche in quella occasione, però, le indagini non portarono ad alcun risultato. Ora sarà la polizia postale e la Procura della Repubblica di Bolzano ad occuparsene.













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