La truffa

Offrono la pulizia di tappeti: spariscono con 7 mila euro 

La vittima è un anziano di 87 anni di Monguelfo: raggirato da un gruppo malavitoso. L’organizzazione, con base in Germania, nel 2019 aveva aperto una sede in viale Europa



BOLZANO. In Germania viene definita la “Goman mafia”. Si tratta, secondo gli inquirenti, di una organizzazione malavitosa che da qualche anno colpisce in diverse zone d’Europa e che agisce con una particolarità: è specializzata in truffe ai danni di persone anziane. Nel 2019 avrebbe colpito anche in Alto Adige.

In tribunale a Bolzano è iniziato il processo a carico di un imputato (domiciliato ad Essen in Germania), sospettato di fare parte del clan considerato ben radicato in Germania. Ad agire in provincia di Bolzano sarebbero stati in due, ma l’indagine, scattata dopo la querela per truffa depositata dall’avvocato Giancarlo Massari per la parte lesa, ha portato per il momento a identificare solo uno dei presunti truffatori che ieri, comunque, non era in aula. Il secondo malavitoso coinvolto potrebbe essere identificato nelle prossime settimane in quanto l’indagine non è chiusa.

Vittima del raggiro in Alto Adige nel 2017 è stato un anziano di 87 anni domiciliato a Monguelfo. Ha avuto il torto di leggere un’inserzione pubblicitaria con la quale si offrivano servizi per la pulizia e il restauro di tappeti orientali.

A casa dell’anziano si presentarono due persone di probabile origine straniera, che portarono a termine in maniera esemplare (dietro compenso di 1500 euro) la pulizia di un primo tappeto. Successivamente, vista la soddisfazione del cliente, i due operatori si offrirono per sistemare anche altri tappeti dello stesso anziano, che si fece convincere ad anticipare 7 mila euro. Risultato: soldi spariti, nessun lavoro portato a termine, i due operatori spariti nel nulla. Anzi il giorno seguente l’anziano ricevette anche una telefonata da Amburgo nella quale si chiedeva conto di altri 11 mila euro attesi dalla casa madre in Germania.

L’anziano chiuse la comunicazione e si rivolse all’avvocato, che qualche giorno dopo tentò di contattare la sede che il gruppo aveva aperto a Bolzano (con un piccolo negozio) in viale Europa. Anche in questo caso non fu più trovato nulla: negozio chiuso, insegna rimossa e nessuna traccia di qualche operatore. Così come era accaduto con il conto corrente bancario su cui l’anziano pusterese aveva versato i settemila euro pattuiti. L’indagine ha accertato che i soldi furono prelevati mezz’ora dopo il bonifico e che successivamente il conto fu estinto. L’udienza di ieri è stata aggiornata al 21 aprile. La parte civile ha offerto il ritiro della querela in caso di restituzione della somma. MA.BE.













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