Olimpiadi, Bolzano si sta già preparando 

Gennaccaro: torneo di hockey nel nuovo stadio di via Galilei. Steger: ma niente opere faraoniche. Mussner: siamo pronti



BOLZANO. «Le Olimpiadi qui? Siamo già pronti». Florian Mussner guarda alla grande esperienza della Ladinia e ritiene la candidatura, su cui anche la Svp sta lavorando, alla stregua di un riconoscimento quasi inevitabile: "Gardena e Badia ospitano già un paio di gare mondiali ad ogni stagione, potranno organizzarne un po’ di più, anche di olimpiche...". Ma è Dieter Steger a far comprendere qual è la cornice entro cui le "Olimpiadi delle Dolomiti 2026" stanno per essere collocate: "Dovranno essere ecologiche e senza troppa enfasi. Niente opere faraoniche - dice il candidato Svp alla Camera - abbiamo le piste, possiamo migliorare le infrastrutture esistenti, al massimo crearne di nuove solo se indispensabili per rafforzare la candidatura, nel caso... Ma in ogni caso, impianti che ci potranno servire anche dopo...".

Una sfida rigorosa e ecocompatibile, ecco l’orizzonte organizzativo. E il possibile contenuto del dossier. Al quale, una volta chiariti gli "step" che riguardano la provincia, saranno chiamati ad integrare sedi e proposte anche Trento e Belluno. Individuati, questi ultimi territori, per il gran fondo e con Cortina in lizza per lo sci alpino. "Troppo presto per dare risposte - frena Arno Kompatscher - abbiamo programmato i tavoli con gli interessati proprio per non raccontare favole ma per mettere insieme idee e propositi...". Aspettando il vertice con Coni e Comune, stabilita la data del primo dei (probabili) tanti altri che seguiranno, l’argomento smette comunque di essere relegato nel sottotraccia del confronto politico. «Io ho sempre insistito sulla possibilità di fare di Bolzano la "città del ghiaccio", soprattutto dell’hockey - dice Angelo Gennaccaro - e la candidatura olimpica ci trova pronti a fare il salto». Per l’assessore comunale allo sport è il sindaco Caramaschi l’autentico trascinatore nell’operazione ma è tutto lo sport altoatesino e le sue associazioni che dovranno iniziare a muoversi. "Tuttavia dovremo quanto prima definire e mettere in fila tutti i tasselli che ci servono" aggiunge. Vuol dire, l’assessore, che Bolzano è chiamata a porre nero su bianco il suo percorso di riqualificazione infrastrutturale, incentrato in particolare sulla Zona, prima di lanciarsi definitivamente nell’impresa. "Ma il vantaggio è che molte di queste grandi opere, dal tram, ai treni, alle galleria per le strade intasate in Zona sono già state messe in agenda" dice Gennaccaro. Che guarda soprattutto al nuovo stadio del ghiaccio in via Galilei. "Quando ne sostenevo la possibile realizzazione pensavo proprio a questo nuovo titolo di "capitale del ghiaccio" e degli sport invernali di cui Bolzano potrebbe fregiarsi. Sono decenni che cerchiamo per il capoluogo un ruolo. Ebbene, fosse la prossima sede del torneo olimpico di hockey o la capitale logistica delle Olimpiadi, il cerchio sarebbe chiuso...".

La settimana prossima si inizierà dunque il percorso. Primo punto capire anche la volontà del Coni, il secondo chiarire il futuro prossimo dei lavori a Bolzano sud, terzo il progetto dello stadio del ghiaccio e il nuovo ruolo del "vecchio" palaghiaccio. C’è tempo almeno un anno. Perché nel 2019 Milano ospiterà, dunque in casa, il Comitato olimpico internazionale e sarà in quella sede che il "dossier" Dolomiti 2026 capirà molto delle sue prospettive. Poi la sfida con Sion, unica candidatura europea finora in campo. Bolzano, con Trento e il Veneto, si troverà a sfidare, probabilmente, solo gli svizzeri. Ma dovrà fare in fretta perchè, se mostrasse incertezze, dicono negli ambienti Coni, potrebbe coagularsi la proposta "nord-ovest" con capofila Torino, Aosta e la Lombardia. (p.ca.)















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