Oltrisarco, il bandito resta dentro 

Il colpo alla gioielleria Doriguzzi. Il tribunale del riesame ha rigettato l’istanza di revoca della custodia cautelare. Troppi i precedenti penali Nella decisione hanno pesato soprattutto un paio di condanne per evasione dagli arresti domiciliari. Prova del concreto pericolo di fuga 



Bolzano. Il 31 luglio scorso, pistola in pugno e volto coperto, era entrato nella gioielleria Doriguzzi, in via Claudia Augusta, e, dopo aver terrorizzato la titolare, se n’era andato con medagliette e crocifissi in oro per un valore di circa 4 mila euro.

Pochi giorni dopo il rapinatore, un bolzanino di 45 anni senza fissa dimora, a conclusione di rapide indagine da parte della Squadra mobile, venne arrestato su ordine di custodia cautelare disposta dal giudice. Ieri il tribunale del riesame (presidente Carlo Busato) ha rigettato l’istanza con cui l’avvocato difensore chiedeva la revoca della custodia cautelare in carcere ritenendola ormai non più giustificata e, di fatto, sproporzionata. Il tribunale è stato di avviso diverso e ha confermato il provvedimento restrittivo.

Il rapinatore resta dunque in carcere in attesa del processo. Si tratta - come accennato - di un quarantacinquenne bolzanino, attualmente senza fissa dimora (e costretto a dormire in automobile), con numerosi precedenti penali alle spalle a cui gli investigatori della Mobile sono arrivati grazie all’esame delle immagini raccolte dalle telecamere presenti nella zona attorno alla chiesa del Santissimo Rosario, sempre in via Claudia Augusta. Sotto il portico dell’edificio accanto al tempio, infatti, il rapinatore aveva abbandonato il borsone utilizzato durante l’assalto alla gioielleria.

Il malvivente deve rispondere di rapina, aggravata dal fatto di aver agito con il volto travisato e armato di una pistola che solo successivamente risultò un giocattolo. Particolare insignificante sotto il profilo processuale in quanto l’uomo usò l’arma priva di tappo rosso terrorizzando dapprima i titolari della gioielleria e poi due persone all’esterno del negozio.

Ad incastrare il rapinatore sono state anche le analisi del Dna sul borsone abbandonato. In effetti nel corso dell’istanza al tribunale del riesame l’avvocato difensore non ha minimamente contestato i gravi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo facendo unicamente riferimento all’eccessiva severità del provvedimento in essere. I giudici hanno invece confermato la custodia cautelare in carcere per effetto, soprattutto, dei numerosi precedenti penali, con un concreto pericolo di fuga. Nella valutazione del tribunale del riesame hanno pesato soprattutto un paio di condanne rimediate per evasione dagli arresti domiciliari. Per gli avvocati dell’uomo (a cui è stata contestata anche la recidiva) è diventato dunque molto difficile sostenere l’assenza di un concreto pericolo di fuga.

In occasione del colpo, l’uomo dimostrò anche una certa insensibilità nei confronti delle due vittime della rapina, due anziani coniugi. L’uomo entrò in azione (come detto armato e mascherato) mentre Aldo Doriguzzi si era assentato dal negozio qualche minuto per andare in un bar vicino per bere un caffe. L’azione del bandito era stata fulminea. «È entrato – aveva raccontato la moglie Vilma – e mi ha intimato di dargli tutto l’oro. Gli ho detto che tutto quello che avevo era esposto, qui, al banco, perché a fine anno chiuderemo l’attività. Ero spaventata e urlavo». Le grida di Vilma avevano richiamato l’attenzione di alcune passanti che, intuito cosa stava accadendo, avevano subito avvisato Al Watar Osama e da Fallaha Ahmad Labied della vicina pizzeria Rusty. I due pizzaioli erano usciti, brandendo un grosso mattarello di legno, per soccorrere Vilma, ma si erano imbattuti nel rapinatore che, arraffati gli oggetti in oro esposti nel bancone, stava uscendo dalla gioielleria. «Non avvicinatevi – aveva ringhiato il bandito, mostrando loro la pistola – o faccio un casino». Invito che era stato saggiamente accolto dai due pur coraggiosi soccorritori. L’uomo incappucciato aveva approfittato di quell’attimo di esitazione, aveva attraversato la strada e imboccato via Damiano Chiesa, proprio di fronte alla gioielleria, allontanandosi di buon passo, ma senza mostrare grande fretta. Pochi giorni dopo il rapinatore, come detto, venne arrestato a conclusione delle iondagini della polizia. Ora attenderà il processo in carcere.

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