Ora siamo anche noi zona rossa

Bolzano. «Oggi pomeriggio nella video-conferenza con il presidente del consiglio Conte sono stato tra coloro che hanno sostenuto la necessità di dichiarare tutta l’Italia zona rossa. Non ci sono...



Bolzano. «Oggi pomeriggio nella video-conferenza con il presidente del consiglio Conte sono stato tra coloro che hanno sostenuto la necessità di dichiarare tutta l’Italia zona rossa. Non ci sono alternative». Così il governatore Arno Kompatscher dopo l’annuncio, ieri sera alle 22, del premier di un drastico inasprimento, su tutto il territorio nazionale, delle misure per contenere il diffondersi del Coronavirus. In concreto cosa significa? «Che bisogna rimanere a casa. Gli spostamenti avverranno solo per motivi di lavoro o per motivi sanitari. Facciamo un sacrificio per un paio di settimane e poi si tornerà alla normalità».

«Finora - aveva detto nel pomeriggio l’assessore Thomas Widmann - il nostro sistema sanitario ha retto bene, ma se ci dovesse essere un’ulteriore impennata dei casi, collassa. Nonostante si sia potenziata la Terapia intensiva dove attualmente abbiamo a disposizione complessivamente 42 posti letto. Anche perché i malati di Coronavirus vanno ad aggiungersi a tutti gli altri pazienti». Di qui l’ appello al senso civico e alla responsabilità di tutti i cittadini: ragazzi, adulti, anziani a ridurre al minimo spostamenti e vita sociale. Analogo video-appello del sindaco Renzo Caramaschi: «È il momento della responsabilità da parte di tutti». E il loro - contrariamente a quanto potrebbe pensare qualcuno - non è allarmismo, ma semplice realismo. Davanti all’aumento dei contagi da Coronavirus: i pazienti positivi sono saliti dai 27 di domenica ai 36 di ieri, di cui 35 in Alto Adige e uno ricoverato in un ospedale del Nord Italia. Mediamente in provincia vengono effettuati 50 test al giorno (366 finora). Circa 257 persone si trovano, attualmente, in quarantena a casa. Di positivo c’è che il primo contagiato, il trentunenne di Terlano, dopo 15 giorni di ricovero nel reparto infettivi, è tornato a casa e sta bene.

Pre-Triage

Con l’obiettivo di cercare di contenere la diffusione del virus, l’Asl ieri ha deciso di adottare una serie di misure restrittive.

Si parte dall’attivazione dei filtri - tecnicamente chiamati Pre-Triage - in tutti i sette ospedali e non più solo a Bolzano e Bressanone, per evitare che i casi sospetti e quindi potenzialmente in grado di infettare pazienti, medici e infermieri, arrivino al Pronto soccorso. Aggravando una situazione già molto critica.

Accessi limitati

«All’ingresso degli ospedali - spiega l’assessore Widmann - abbiamo previsto un presidio di due persone per controllare tutti coloro che entrano. Sia che entrino per visite specialistiche che per visite a pazienti. Verrà misurata anche la febbre. Questo per preservare i pazienti che sono già ricoverati e il personale sanitario: dobbiamo consentire a medici e infermieri di continuare a svolgere il proprio lavoro. Per questa ragione l'appello alla popolazione è di evitare in modo assoluto ogni accesso agli ospedali e le visite a pazienti ricoverati: l'accesso è consentito a una sola persona per paziente, e anche i minori possono essere accompagnati da una sola persona».

Visite non urgenti

L'Azienda sanitaria chiede alla popolazione comprensione nel caso in cui prestazioni e visite non urgenti dovessero subire slittamenti. Anche i cittadini possono disdire da casa un appuntamento, 24 ore su 24 e anche nel weekend, grazie a un sistema automatizzato di disdetta telefonica: il servizio automatizzato è accessibile da tutti i numeri del servizio prenotazioni dell'Azienda.

Solo casi urgenti

L’Asl ha dato nuove disposizioni anche ai propri medici, invitandoli a ridurre l’attività chirurgica solo ai casi urgenti e non differibili; limitare l’attività ambulatoriale a quelle prestazioni che devono essere garantite a causa delle condizioni cliniche dei pazienti.

Questo per fare in modo che le risorse che si recupereranno dalla riduzione delle attività nei reparti e nei servizi, possano essere destinate all’assistenza di pazienti affetti da Coronavirus.

Le raccomandazioni

L'Azienda Sanitaria ricorda che persone con sintomi da infezione respiratoria o febbre (maggiore di 37,5°) non devono in nessun caso andare dal medico o presentarsi al pronto soccorso. Va contattato il proprio medico di famiglia. Per informazioni è disponibile dalle ore 8 alle ore 20 il numero verde 800 751 751. A.M.















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