“Ovunque tu vada” Il giallo firmato Katia Tenti

La capodipartimento dell’assessore Tommasini all’esordio con Marsilio


«Ovunque tu vada». È il titolo del libro giallo edito da Marsilio e scritto da Katia Tenti, capodipartimento dell'assessore provinciale Christian Tommasini, che sarà in libreria a partire dal 16 aprile. Trecentotrenta pagine. Protagonista un pubblico ministero alle prese con quattro casi veri, che hanno fatto molto discutere in Alto Adige, ma che nel libro vengono romanzati: l'omicidio di Nadia Penna, uccisa dallo stalker Mario Spotti; la storia dell'edicolante di Bressanone Enrico Costa per il quale è stato condannato l'avvocato Alexander Dander; l'omicidio di Castel Guncina dove il consigliere provinciale Christian Waldner è stato ammazzato dal compagno di partito Peter Paul Rainer; il caso di don Giorgio Carli condannato a sette anni e mezzo di carcere per violenza sessuale su una minorenne, ma il sacerdote non ha scontato la pena grazie alla prescrizione.


«Ovunque tu vada». È il titolo del libro giallo edito da Marsilio e scritto da Katia Tenti, capodipartimento dell'assessore provinciale Christian Tommasini, che sarà in libreria a partire dal 16 aprile. Trecentotrenta pagine. Protagonista un pubblico ministero alle prese con quattro casi veri, che hanno fatto molto discutere in Alto Adige, ma che nel libro vengono romanzati: l'omicidio di Nadia Penna, uccisa dallo stalker Mario Spotti; la storia dell'edicolante di Bressanone Enrico Costa per il quale è stato condannato l'avvocato Alexander Dander; l'omicidio di Castel Guncina dove il consigliere provinciale Christian Waldner è stato ammazzato dal compagno di partito Peter Paul Rainer; il caso di don Giorgio Carli condannato a sette anni e mezzo di carcere per violenza sessuale su una minorenne, ma il sacerdote non ha scontato la pena grazie alla prescrizione.

Come nasce l'idea di scrivere un libro?

E' un sogno che coltivavo da anni. Sono una grande appassionata di gialli e ancora di più di thriller.

L'input da dove arriva?

Dalla collaborazione con Cuno Tarfusser, all'epoca capo della Procura di Bolzano e oggi vicepresidente della Corte penale internazionale dell'Aja, ad un progetto per la scuola sulla legalità, in particolare sui 60 anni della Costituzione. Una volta, parlando, mi raccontò del caso Spotti.

Come mai la colpì quel caso?

Perché io alla fine degli anni Ottanta avevo conosciuto sia Spotti che la sua vittima, Nadia Penna. Sono passati anni, ma quando ci penso, mi viene ancora oggi la pelle d'oca. Spotti l'avevo conosciuto perché lavoravamo in aziende diverse ma nello stesso complesso. E ci incontravamo spesso alla macchinetta del caffè. Un tipo sempre gentilissimo anche se mi aveva colpito il fatto che quando telefonava con i vecchi telefoni a gettone, metteva sempre il registratore vicino alla cornetta. Un giorno, io e una mia amica gli chiedemmo la ragione e lui ci spiegò che la sera avrebbe fatto sentire la registrazione alla sua fidanzata che così si sarebbe resa conto delle pazzie che stava dicendo. Poi io sono passata in Provincia.

E l’ha perso di vista.

Sì, ma per questioni di lavoro mi capitava di avere a che fare – senza saperlo - con quella che lui diceva essere la sua fidanzata: Nadia Penna. Il mondo mi è controllato addosso il giorno in cui l'ha ammazzata davanti al palazzo della Provincia e poi si è ucciso. Allora non c'era ancora il reato di stalking, ma ho capito come lo stalker si nasconda spesso in persone all'apparenza normali che poi non ti danno tregua. Di qui il titolo del mio libro “Ovunque tu vada”.

Come si chiama il pubblico ministero protagonista del suo libro?

Jakob Dékas. Jakob è il secondo nome di Tarfusser e Dékas è il cognome della madre. Io per la verità avevo scelto altri nomi, ma la casa editrice voleva qualcosa di breve e che rimanesse impresso.

Quindi è una sorta di biografia di Tarfusser che tra l'altro ha seguito in prima persona i quattro casi?

Assolutamente no. I quattro casi sono il filo conduttore. Il mio obiettivo è quello di raccontare la fatica quotidiana del pubblico ministero. Le frustrazioni, ma anche la soddisfazione per aver risolto un caso. Tarfusser mi ha dato la possibilità di studiare le carte di quei vecchi casi.

Qual è l'autore di gialli o thriller che predilige?

Sono una fan sfegatata di Nesbo; tra gli italiani mi piacciono molto De Cataldo e Scerbanenco.

E'stato difficile trovare una casa editrice?

Moltissimo. Ho mandato il testo a diverse case editrici, qualcuno mi ha risposto che non erano interessati, altri neppure quello. Dopo mesi, in cui avevo perso quasi la speranza, mi ha risposto Marsilio.

Presidente della Marsilio, che ha sede a Venezia, è Cesare De Michelis che è stato tra i principali sostenitori del progetto “Venezia Nordest capitale della cultura” al quale come Provincia avete partecipato: le ha dato un aiutino?

Lo escludo proprio. Primo perché i tempi non coincidono, secondo perché mi rimprovera di aver fatto sfumare il progetto di Venezia Nordest capitale.

Secondo lei perché è piaciuto il suo libro?

Mi hanno detto chiaramente che sono stata scelta in quanto in Italia non sono molte le donne che scrivono gialli.

Scusi, lei è capo di un dipartimento che spazia dalla scuola alla formazione professionale, all'edilizia abitativa ai lavori pubblici, dove trova il tempo di scrivere?

La sera dopo aver preparato la cena e messo a letto i miei due figli di 12 e 14 anni e durante le ferie. Mi sono data un programma piuttosto rigoroso sui tempi e l'ho rispettato. La prima parte l'ho scritta a casa di mio fratello che abita nella campagna piemontese: scrivevo 10 -12 ore al giorno. Ho altri progetti in testa, ma per i prossimi mesi sono molto impegnata sul lavoro. Il nostro assessorato ha ricevuto nuove competenze importanti. (a.m)













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