Ozono, a Bolzano limiti di legge superati 

Il Piano urbano della mobilità arriverà troppo tardi. Le ricette: ticket per entrare in città e limite di cento all’ora sull’A22 


di Davide Pasquali


BOLZANO. «Mal’aria 2019», pubblicato il dossier annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane. Bolzano, come altri 55 capoluoghi di provincia, ha sforato i limiti di legge. Ozono e non solo.

Lo status quo. Città soffocate dallo smog, dove l’aria è irrespirabile sia d’inverno che d’estate (tra le principali fonti di emissione il traffico, il riscaldamento domestico, le industrie e le pratiche agricole) e dove l’auto privata continua ad essere di gran lunga il mezzo più utilizzato; se ne contano 38 milioni e soddisfano complessivamente il 65,3% degli spostamenti. Nel 2018 sono stati superati i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili o per l’ozono (35 giorni per le Pm10 e 25 per l’ozono) in ben 55 capoluoghi di provincia. Bolzano ha superato il limite di legge per 26 giorni (il decreto 155/2010 consente al massimo 25 giorni di superamento) per le concentrazioni di ozono. Se l’ozono è utile nella stratosfera filtrando i raggi ultravioletti, l'ozono nella troposfera (l'atmosfera dove noi viviamo) è “dopo il particolato, l’inquinante atmosferico che, per tossicità e per i livelli di concentrazione che possono essere raggiunti, incide maggiormente sulla salute umana" (fonte Ispra).

L’effetto canyon. Gli ossidi di azoto NOX sono un sottoprodotto di tutte le combustioni e, nel caso di Bolzano, derivano in maggioranza dal traffico su strada e dall'effetto canyon. In particolare i motori diesel (anche quelli più moderni, gli Euro 6) emettono grandi quantità di questi inquinanti che restano intrappolati negli spazi vuoti tra gli edifici. Nella relazione pubblicata alcuni mesi fa dall’Appa viene presentata una situazione precisa ed esaustiva della qualità dell'aria di Bolzano e viene evidenziato per il 2017 un superamento del valore indicato come obiettivo per la salute sia dell'ozono che del biossido di azoto in alcuni punti monitorati con campionatori passivi e dalle stazioni fisse.

Le pm 2,5 e le pm 10. Viene inoltre superato il livello raccomandato per il benzo(A)pirene (anno 2016); per quanto riguarda le pm 2,5 viene superato il livello indicato per la tutela della salute dall’Organizzazione mondiale per la sanità. Viene anche riportato che i livelli di pm 10 e pm 2,5 rimangono nei valori indicati dall’Ue, «ma che un effetto importante per il loro rientro nei limiti rispetto ad alcuni anni fa è dovuto alla situazione meteorologica degli ultimi inverni e quindi con un ritorno agli inverni di qualche anno fa la situazione per quanto riguarda le pm ritornerebbe problematica». Come quest’inverno.

Le contromisure. Secondo Legambiente, quindi, è necessario cambiare completamente l’organizzazione della mobilità urbana, incrementando la quota di spostamenti a piedi, in bici e con il trasporto pubblico a basse emissioni e riducendo fortemente quella con mezzi privati. Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente (Eea) “serve una trasformazione radicale della nostra mobilità perché non possiamo attenderci dai limiti emissivi degli Euro 6 una significativa riduzione degli inquinanti a rischio sanitario e, ancor meno, una riduzione del CO2: l’automobile ibrida ed elettrica (o fuel cell) è un percorso obbligato, ma non sufficiente”.

Il Pums. Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (Pums) di Bolzano, in fase di revisione/definizione, pur basato su giusti principi, «non raggiungerà risultati immediati, sia per la complessità dell'iter burocratico ed attuativo, ma anche per la lentezza degli appalti delle opere minori (minimo tre/quattro anni!) o per le strategie future proposte, vincolate ad opere di lenta e lunga realizzazione come tunnel, binari ferroviari doppio o triplo, spostamento dell'A22 eccetera».

Così non basta. La riduzione della quota di spostamenti su auto privata sotto il 50%, obiettivo previsto per il 2025 dalla Legge Provinciale per la mobilità sostenibile, è stata raggiunta a Bolzano. La rete di piste ciclabili è abbastanza estesa («in km purtroppo, ma non capillare ed in reale e sicura fruibilità». Ma a quanto pare ciò non basta a far scendere i valori che oggi si trovano molto al di sopra di quelli minimi dichiarati dall'Oms per la salvaguardia della salute umana.

Stop al traffico. Occorre al più presto attuare misure immediate come la chiusura al traffico dei quartieri residenziali nelle ore di punta, nella Ztl, con un ticket di ingresso come a Milano, utile per finanziare ed accelerare le opere necessarie per avviare i processi di trasformazione della mobilità da gomma a ferro e per incrementare i mezzi pubblici.

L’A22. Una grande quantità di NOx è prodotta dai mezzi che circolano sull'A22: circa il 55% degli ossidi di azoto è dovuto ai mezzi pesanti, e circa il 45% ai mezzi leggeri, quasi completamente dovuto ai diesel. «Paradossalmente, le emissioni di NOx prodotte dal parco-macchine attuale (moderno e con forte presenza di diesel) sono maggiori di quelle del passato, quando le auto erano più piccole e a benzina». Secondo Legambiente occorre ridurre il traffico sull'Autobrennero tramite politiche che favoriscano il passaggio al trasporto persone e merci su ferro, e non realizzare nuove infrastrutture che incrementino il trasporto su strada per proteggere la salute dei cittadini di tutta la valle dell'Adige.

Tempo 100. Un altro intervento realizzabile in tempi brevi riducendo il limite di velocità a 100 km/h ridurrebbe le emissioni di tali inquinanti di circa il 35%. «In questo senso - si conclude - sarebbe doveroso considerare la tutela della salute dei cittadini prima di tutto.













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