Pahl: «Vitalizi, poco tempo per trattare»

Il presidente degli ex consiglieri incalza: «Senza modifiche alla legge i ricorsi saranno inevitabili»



BOLZANO. Legge sui vitalizi, gli ex consiglieri vedono restringersi gli spazi di manovra. È iniziata una settimana-chiave per i due disegni di legge che regoleranno il trattamento previdenziale che riguarda gli ex consiglieri e i nuovi eletti. Venerdì le leggi verranno discusse dalla commissione legislativa regionale e nello stesso giorno si riunirà il Parteiausschuss della Svp. L’obiettivo della maggioranza regionale è approvare la legge in commissione in tempo per portarla in aula nella convocazione del 2-4 luglio, che in caso di necessità potrebbe essere allargata al 7 luglio. Sono già annunciati emendamenti, anche da parte della maggioranza. Il Pd continua a ritenere importante l’età pensionabile a 66 anni, senza la possibilità di anticipare a 60 anni con decurtazione del 2% per anno di anticipo. Ma sono soprattutto i politici a riposo, già titolari di vitalizi, ad alzare i toni, perché puntano a modificare la legge. I margini sembrano ridotti, come sottolinea Franz Pahl, presidente dell’associazione degli ex consiglieri: «I consiglieri a riposo della Svp aveva chiesto di confrontarsi con il presidente provinciale Arno Kompatscher, dopo il colloquio che ho avuto con lui nei giorni scorsi. Non vedremo Kompatscher ma il gruppo consiliare della Svp. Per noi però era importante parlare con il Landeshauptmann, perché è la sua parola che pesa di più in questa vicenda, come quella di Ugo Rossi in Trentino. Ci dovremmo vedere entro venerdì, ma è evidente che i tempi sono stretti e questo significa che non c’è intenzione di cambiare qualcosa». Il presidente del consiglio regionale Diego Moltrer ha annunciato «parleremo con ogni consigliere coinvolto per spiegare la ricaduta della legge». Ma Pahl incalza: «Non mi sembra che ci siano i tempi per una discussione seria. È vero che sono cambiati i toni nei nostri confronti, a partire da Kompatscher, ma quello che ci interessa sono i cambiamenti alla legge. Se resterà così com’è, i ricorsi saranno inevitabili, perché rappresenterebbe una violazione dell’accordo che abbiamo firmato con Pensplan dopo la legge del 2012». Se gli ex consiglieri parlano di «tagli esagerati e illegali», Hans Heiss (Verdi) ha motivato così la mancata firma alla legge: «Siamo stati informati, ma non coinvolti. La vera trattativa è stata effettuata con gli ex». E Dieter Steger, capogruppo Svp, ha sottolineato: «L’ultima decisione spetta a noi, gruppo e partito, perché nostra è la responsabilità davanti ai cittadini».













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