Pan: 300 milioni dovuti alle imprese

Assoimprenditori: «Ritardi irresponsabili di Comuni e Provincia. L’Alto Adige è in stallo in attesa del successore di Durnwalder»


di Riccardo Valletti


BOLZANO. Urla nel deserto. Come tanti piccoli San Giovanni Battista, gli imprenditori altoatesini e di tutta l’Italia, continuano a gridare diretti al Palazzo, «fate presto». E intanto lo scenario che si va formando è quello di una ancora più profonda stasi politica, ancor più grave nei territori in cui, come in provincia di Bolzano, pantani di parole in vista delle elezioni amministrative si sovrappongono alla palude delle trattative romane. Nel frattempo le imprese soffrono, chiudono, falliscono e lasciano dietro di loro distese di disoccupazione e le macerie della manifattura del made in italy. «Il messaggio che abbiamo lanciato da Torino - spiega il presidente di Assoimprenditori Stefan Pan, appena rientrato dalla convention nazionale di Confindustria - è proprio questo, bisogna muoversi, in questi cinquanta giorni lo Stato ha già mandato in fumo tutto il gettito dell’Imu, che ci è costato un’immensità di sacrifici». E tutto questo è successo, «solo per l’attendismo politico: la macchina è già pronta a ripartire, ma non c’è nessuno che mette la benzina nel serbatoio». E sul piano locale le cose non cambiano, «lo statuto e l’autonomia - afferma Pan - non fanno dell’Alto Adige un territorio immune ai problemi, tutta la nostra economia è inserita nel sistema italiano, e quindi soffriamo dello stesso male». A maggior ragione se la Provincia, che potrebbe avvalersi di un’immensa libertà di azione in più di tutti gli altri enti locali, «è impegnata nella rincorsa delle elezioni provinciali». Le primarie, e poi la campagna elettorale, e poi la formazione della nuova Giunta. Intanto nessuno che prende una decisione. «Stiamo ancora analizzando tutti i numeri - annuncia Mirco Marchiodi, del centro studi Assoimprenditori - ma è possibile stimare il credito residuo in circa 300 milioni di euro, di cui un terzo relativo alla sanità». Il calcolo è complicato, perché dentro ci finiscono anche tutti gli appalti comunali, i lavori pubblici nei distretti e soprattutto i cantieri della Provincia. «Il credito maggiore lo vanta sicuramente l’edilizia - prosegue Marchiodi - che si porta dietro a sua volta buona parte dell’artigianato». Quei soldi servono subito, afferma il presidente degli imprenditori, «la politica di ritardo dei pagamenti della Provincia è stata irresponsabile e imperdonabile, e finora ha strangolato le piccole e medie imprese; ora stiamo assistendo a un lieve miglioramento con la costituzione dell’agenzia Alto Adige Finance, ma vogliamo vederci chiaro su chi sarà a dirigerla, ci aspettiamo che siano dei professionisti e che la politica si limiti a dare un indirizzo strategico». Nel frattempo l’unica fetta di mercato che ancora tiene, come più volte confermato, è l’export. «Il nostro Pil in calo dello 0,5% è poca cosa rispetto alla recessione nazionale, ma dimostra una tendenza», spiega Pan. «Il nostro obbiettivo deve essere quello di rafforzare le esportazioni e portarle dai 900 milioni attuali a un miliardo e mezzo, in questo modo saremo fortificati a sufficienza». Ma per farlo le imprese devono investire in ricerca e sviluppo, avere un rafforzamento strutturale e competere al rialzo sui salari per aggiudicarsi le migliori risorse, «per fare tutto questo i soldi della pubblica amministrazione sono vitali, insieme agli strumenti di Alto Adige Finance, altrimenti è impossibile farcela». Ma servono anche decisioni politiche, e un programma chiaro per le imprese, «finora, anche in provincia, si è parlato solo di nomi ma non abbiamo visto nessun contenuto - ammonisce il presidente - presto produrremo un documento, rivolto alla politica, in cui tracceremo le nostre priorità strategiche in economia e sul piano sociale del lavoro». Intanto non resta altro da fare che aspettare, e resistere. «Invitiamo tutti a giudicare la politica dai programmi, e non dalle persone più o meno simpatiche; finora imprese e politica hanno vissuto in due pianeti diversi, con loro impegnati in giochi di potere e noi ad andare a fondo; ci aspettiamo che tutto questo cambi il prima possibile».

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