Parcheggio di via Resia nei camper rom e clochard

La protesta dei residenti: «Disagio continuo, situazione insostenibile» La società di gestione ribatte: «Non si sono mai verificati atti di delinquenza»


di Alan Conti


BOLZANO. Un parcheggio privato aperto alla sosta di auto, camper e roulotte è la miccia di una polemica rovente in via Resia davanti al supermercato “Eurospar”. Motivo del contendere alcune famiglie, che oltre al parcheggio, hanno fatto del luogo una “residenza”. Alcune, pare, di origine nomade. «Dentro alcuni di questi camper vivono nuclei di persone, lo stanno trasformando in un campo rom» dichiara, con rabbia, un gruppo di abitanti degli alti palazzoni che sormontano la zona. Tutti chiedono l'anonimato «che qui è più sicuro così». Una protesta avanzata con corollario di testimonianze e foto di un certo disagio. «Gli angoli del condominio vengono utilizzati come dei bagni a cielo aperto e noi siamo costretti periodicamente a pulire lo schifo che viene lasciato. Non siamo disposti a tollerare una situazione simile in una zona altamente residenziale come questa. Ci chiediamo se le istituzioni possano permettere tutto questo. A cosa servono, allora, tutti i bei discorsi sulle microaree?».

Nel piccolo tour in cui ci conducono incrociamo qualche camper con segni di vita quotidiana e qualcuno, con un rapido cenno della testa, conferma di vivere all'interno. Non scorgiamo, in realtà, particolare sporcizia al di là di una batteria per auto abbandonata. «E’ lì da sei mesi – sottolineano gli abitanti – mentre i muri sono appena stati puliti. Le assicuriamo che tra poche ore sarà di nuovo una latrina. Qui passano anche i bambini».

All'interno del parcheggio incrociamo una Ford Galaxy grigia posteggiata verso la strada: all'interno dei materassi per un giaciglio di fortuna. «Ci abita un signore che urla, a volte barcolla e altre vomita in giro. Non un bello spettacolo». Più verso l'entrata, invece, raccogliamo lo sguardo di un reagazzo seduto dentro un'altra vettura che ammette candidamente di averne fatto la propria casa. «Sono un cittadino romeno arrivato a Bolzano per caso. Non riesco proprio a trovare alcun tipo di lavoro e per mangiare mi appoggio ai servizi della Caritas. Cerco, le assicuro che cerco, una strada per uscire da questa situazione, ma in questo momento non riesco a trovarla. Così sono costretto a vivere qui, a dormire tra due sedili». Dal lunotto posteriore occhieggiano tre peluche rosa, isolati. Incontrarlo lascia più malinconia che disagio.

Le istituzioni, però, stavolta sembrano avere ben poca incisività. Il parcheggio, infatti, è di proprietà di una società a responsabilità limitata che, in quanto privata, applica la filosofia imprenditoriale che preferisce. “Non esiste alcun problema sociale – la replica di Francesco Bertagnolli – e la conferma arriva direttamente dalla polizia o dalla municipale che spesso vengono a controllare senza registrare alcun crimine da anni. Chiariamoci: è davvero un problema riscontrare dei materassi all’interno di un’automobile regolarmente parcheggiata? Dove starebbe l’irregolarità?».

I residenti, però, lamentano un certo disagio. «Io credo che farebbero bene a pensarci due volte prima di lanciare degli allarmi perché nei fatti qui non accade nulla di pericoloso. L’unico problema che posso segnalare è la presenza di una vettura con l’assicurazione scaduta che la legge, però, non mi permette di far portare via. Non esiste delinquenza». Eppure qualcuno ci vive. «Non esiste una norma che impedisca di dormire all’interno di un camper. A noi, comunque, risulta solo un ragazzo rumeno che abita all’interno di un’auotomobile perché si trova in una situazione disperata. Dentro i camper, invece, nessuno si ferma la notte. Cosa dovremmo fare? Cacciare questo giovane perchè è un fastidio senza aver fatto nulla di male o criminale?».

La situazione, dunque, è destinata a rimanere tale, polemica compresa.

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