Parco Vittoria è tornato ad essere un bivacco 

Residenti esasperati. L’area rioccupata dopo lo sgombero di alcuni mesi fa, situazione igienica precaria. Accampamento sotto Ponte Virgolo. Il sindaco spera nel Daspo urbano



Bolzano «Mi sento, ci sentiamo come Sisifo...». E le sue fatiche che ogni volta ricominciavano da capo. Sergio Ronchetti ha appena ricevuto il rapporto dalle sue pattuglie, perché l'emergenza è tornata, sia sotto ponte Virgolo che, soprattutto, in piazza Vittoria. «Tra poche ore sgomberiamo di nuovo il sottoponte - dice il comandante dei vigili - e siamo andati a identificare i nuovi arrivati nei giardini dietro il monumento». Che poi proprio nuovi non sono: un giovane italiano che, nella prima tornata degli sgomberi “non” coatti, aveva accettato di andare a Milano ma ora è di nuovo qui, e poi tre rumeni, un polacco e, non identificato, ancora un uomo dell'Est. «Una persona è stata condotta subito in ospedale. Probabilmente aveva bevuto, sicuramente stava male» aggiunge Ronchetti. Il sindaco, che ha chiamato i vigili già ieri in mattinata, allarga le braccia: «Abbiamo pochi strumenti» dice. E attende di poter applicare almeno il Daspo urbano, se riuscirà a superare le resistenze dei Verdi. La misura punta ad evitare i bivacchi e contrastare tutto ciò che è contro il decoro, allontanando chi crea problemi da un minimo di 48 ore ad un massimo di sei mesi da determinati luoghi della città. «Non è la panacea ma uno strumento in più che ci consentirebbe di far intervenire da un lato i servizi sociali ma dall'altro anche la questura per provvedimenti di inibizione almeno in casi di danneggiamento e disagi ripetuti...». In verità è quello che sta accadendo in questi giorni. E notti. Tenendo sotto pressione sociale e ambientale un quadrante che già di suo deve fare i conti con un difficile rilancio commerciale. Perché succede questo: «Beh, di giorno quando c'è un po' caldo stiamo qui sull'erba - racconta dopo qualche esitazione uno dei clochard sul muretto del parco - ma poi di sera e di notte ci si sposta sotto i portici, laggiù, e si dorme un poco...». I portici laggiù sono quelli di Capppelli - ex Buffetti. E i segnali di queste presenze sono abbastanza avvertibili. Il rischio è che diventino endemici. E tocchino un corso Libertà finora incapace di operare una seria riconversione della propria identità commerciale. Le ragioni di questi freni sono naturalmente più strutturali: la mancanza di una precisa immagine merceologica, i ritardi nei grandi progetti come il Polo bibliotecario, la perdita di molti marchi storici e il ritardo nell'arrivo dei nuovi, le connessioni turistiche coi flussi del centro ancora non delineate. «Noi sgomberiamo, ripuliamo, poi dopo un po' torniamo a sgomberare e ripulire. Più di così...» ammette Sergio Ronchetti. Per il quale il daspo potrebbe essere una questione in grado, non di risolvere, ma di dare almeno respiro. «Ci proveremo - dice ancora Caramaschi - e conto di poterlo applicare. Il rischio, certo, è quello di spostare semplicemente il problema poco più in là». Ieri comunque, le pattuglie hanno a lungo transitato tra le panchine di piazza Vittoria. Colloqui, sollecitazioni molto intense nei confronti di alcuni soggetti particolarmente riottosi, ricoveri in ospedale, identificazioni. E poi l'arrivo dei servizi di pulizia, previsti già per la mattinata di oggi. Ma si tratta, come sempre, di cittadini comunitari i quali, oggettivamente, non compiono reati o almeno non così facilmente derubricabili. A ponte Virgolo è stata invece registrata la presenza almeno di un nigeriano e di una quantità importante di stracci, cartoni, residui di pasti e di sonni inquieti. Anche in questo caso si interverrà per ripulire e sgomberare. In attesa di nuovi arrivi. E del Daspo. P.CA.













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