Park Fiume, iniziati i test decisivi

In corso i carotaggi sul rischio idrogeologico e la fattibilità del progetto


Francesca Gonzato


BOLZANO. Si parte o si abbandona tutto. Sul lungotalvera S. Quirino sono iniziati i carotaggi decisivi per il progetto del Park Fiume. Gli operai sono al lavoro per verificare posizione e dimensioni del muro d'argine. In base a questo si deciderà se il progetto è sostenibile. «Siamo arrivati al punto di svolta», ammette Guido Ferrari, presidente della cooperativa Park Fiume, ieri mattina impegnato sul lungotalvera a monitorare i lavori.

Dopo polemiche infinite e minacce incrociate di ricorsi, il Comune ha deciso di vincolare il via libera al progetto di garage interrato di via Fiume e via Gorizia (inserito nel piano parcheggi) allo scioglimento di ogni dubbio sulla sicurezza idrogeologica e una serie di interventi sulla mobilità ciclabile nel quartiere: così il consiglio comunale il 14 giugno aveva bocciato la richiesta di stralcio del Park Fiume dal piano parcheggi (mentre sono stati cancellati i garage previsti in piazza Mazzini e via Visitazione).

La comparsa degli operai ha riacceso ieri le proteste del largo fronte dei contrari (vedi articolo a lato). Protagonista di questa fase di verifiche è diventato il muro d'argine settecentesco, interrato e di cui, ricorda Ferrari, «si è persa ogni traccia documentaria». Nei mesi scorsi le ditte incaricate dalla cooperativa, riassume il progettista Giorgio Degli Agostini, hanno effettuato i primi sondaggi per verificare l'esatta posizione del muro d'argine: «Grazie al georadar siamo in grado di conoscere esattamente la posizione del muro d'argine».

Superata questa fase, si entra nel vivo dei carotaggi. «Come d'accordo con il Comune, questa è la fase più delicata in vista della richiesta di concessione edilizia», spiega Degli Agostini, «anche se in fase di presentazione del progetto dovremo elaborare una perizia geologica». Conferma l'assessore Judith Kofler Peintner: «Ormai la questione è chiara. Se il progetto è sostenibile dal punto di vista della sicurezza, si va avanti. Altrimenti il discorso sarà chiuso».

Ferrari spiega perché il muro d'argine sia diventato la chiave di volta del garage interrato, e non solo per un problema idrogeologico. Se il muro risultasse troppo ingombrante, l'operazione del garage potrebbe diventare anti-economica. Così Ferrari: «Abbiamo verificato che il muro d'argine è collocato un metro sotto il livello della strada. Il suo spessore è di 3 metri. Effettueremo 3 serie di carotaggi lungo questo spessore, arrivando a una profondità di sette metri». Queste misure permetteranno di ricostruire l'altezza del muro d'argine e la sua forma.

Se il muro d'argine si rivelerà meno profondo di 7 metri, il livello cui arriverà il garage interrato, il progetto entrerà in crisi. Le fondamenta del parcheggio non potranno essere scavate a una quota più bassa del muro d'argine. Un altro problema potrebbe emergere, sottolineano Ferrari e Degli Agostini, se emergerà che il muro ha una forma obliqua. «In quel caso la sua base troppo larga», spiega Ferrari, «ruberebbe spazio al garage, rendendo l'operazione anti-economica».

Se invece i carotaggi permetteranno di ricostruire un muro che cade in linea verticale e ha una profondità compatibile con il progetto, conclude Degli Agostini, «allora finalmente potremo andare avanti e non ci sarebbe spzio per ulteriori obiezioni». Ferrari sottolinea: «Non solo la cooperativa ha acquisito da tempo i soci per tutti i 150 posti, ma abbiamo 40 richieste in lista di attesa».

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