Parte la rivoluzione dei castelli A nuovo Mareccio e Roncolo 

La Fondazione comunale. Con l’ingresso del vicepresidente Borgo avviato un programma di riqualificazione Castel Mareccio ristrutturato sarà in grado di ospitare fino a 580 persone. A Castel Roncolo un nuovo shop-biblioteca


Paolo Campostrini


Bolzano. Parte la rivoluzione dei castelli. Mareccio e Roncolo, pur dentro epoche e ruoli diversi, provano a trovare nuovi spazi identitari. Per il primo è stato avviato un vasto programma di riqualificazione strutturale. Obiettivo? Farlo arrivare a contenere almeno 600 persone. Per il secondo invece è stata definita la cornice di una gara di architettura per dotarlo di un nuovo shop-biblioteca sfruttando un angolo porticato poco dopo il suo ingresso. Dotato di nuove vetrature, avrà lì il suo nuovo snodo logistico, anche in termini di marketing turistico-culturale. Tempi degli interventi su castel Mareccio: entro il 2020. Il 2021 è invece l’anno d’avvio dei lavori per castel Roncolo.

Perché tutto questo ora? La ragione risiede nel nuovo ruolo che la Fondazione Castelli, ente comunale istituito per la valorizzazione di queste due antiche strutture, si è data dopo l’ingresso come vicepresidente di Pietro Borgo. Formazione economico-manageriale, già responsabile dello stabilimento Iveco in Zona, è stato chiamato dal municipio per affiancare il presidente Helmut Rizzolli, a sua volta docente e studioso, per integrare la sua visione pienamente culturale dell’istituzione con nuove idee di rilancio sul piano degli equilibri finanziari e soprattutto della capacità della Fondazione di intervenire nell’ambito della gestione degli appalti, nelle possibili riqualificazioni e nei rapporti con gli altri enti amministrativi coinvolti. «È stato un lavoro lungo un anno - dice Pietro Borgo - tra razionalizzazione della nostra squadra interna e individuazione di maggiori flessibilità e capacità di intervento su piani extra culturali. Visto che su quelli della cultura, della ricerca e degli eventi, l’esperienza e la preparazione del nostro presidente era già una garanzia». È dopo questa svolta di tipo manageriale, che la Fondazione si è dotata dunque degli strumenti per avviare gli interventi all’interno dei suoi castelli. «Sono strutture preziose e delicate - aggiunge il vicepresidente - per questo ogni immissione è stata valutata con rigore e concordata a tutti i livelli di controllo».

Per Mareccio, «castello di città», testimonianza visibile del passaggio dei nostri luoghi dal Medioevo al Rinascimento, tra torri e mura ingentilite dall’aria nuova che iniziava allora a respirarsi, è stato predisposto un piano di infrastrutturazione in profondità. Partendo dai nuovi sistemi anti-incendio, alla predisposizione di una porta di sicurezza nelle cantine, alla revisione complessiva dell’impianto idraulico, fino ad un impianto di «allarme audio» alla fine il castello è stato posto in assoluta sicurezza. Questo lavoro di base, come detto, consentirà di poter aprire gli spazi interni a quasi 600 persone, per la precisione 580. «Questo accrescerà la capacità di Mareccio di essere sempre più luogo di eventi, convegni e iniziative pubbliche e private», conclude Borgo. All’interno di un quadro di marketing urbano che vede il castello luogo di nuove delizie. Anche turistiche.

A Castel Roncolo, invece, gli interventi, a partire dal prossimo anno come cantiere, riguardano la creazione di un nuovo spazio subito dopo l’attuale ingresso, sfruttando un luogo porticato che sarà in futuro lo snodo di tutte le attività interne. Lì si troverà la nuova porta d’entrata, con la cassa e un book shop dove saranno concentrati i gadget, le descrizioni del luogo e anche una biblioteca dentro la quale saranno con consultabili tutti i testi editi dalla Fondazione Castelli sulla storia e la vita del maniero. È previsto che questo spazio sia chiuso da alcune vetrate che, consentendo un comfort adeguato allo scopo, mantengano intatti gli equilibri architettonici interni senza alcuna invasività. «Nel corso di una gara di idee tra progettisti - anticipa Pietro Borgo - saremo così in grado di individuare la soluzione migliore, più funzionale ma anche più rispettosa del contesto medioevale».













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