Pasquetta, le commesse non disertano

Nove su dieci si sono presentate al lavoro. Surian (Cgil): «Alla fine ha vinto la paura di perdere il posto».


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «Alla fine ha vinto la paura, e in alcuni casi sporadici anche il ricatto, e quasi tutte le commesse sono andate regolarmente a lavorare»: Maurizio Surian, responsabile provinciale del commercio per la Cgil, sa bene che decidere di restare a casa nei festivi – anche se la legge lo permetterebbe – è comunque difficile. Bisogna pagare il mutuo, l’affitto, le bollette e crescere i figli. Rischiare di perdere il posto di lavorare è un lusso che possono permettersi davvero in pochi.

«Non ho ancora un quadro esatto della situazione - precisa Surian - ma se dovessi fare una stima dalle informazioni di cui dispongo direi che è rimasto a casa solamente il 10 per cento delle commesse che erano state inserite nei turni».

Per capire se ci saranno conseguenze disciplinari a carico dei dipendenti che hanno deciso di «marcare visita» bisognerà aspettare almeno oggi o domani, quando i delegati sindacali faranno il punto con i lavoratori delle singole catene. Secondo Surian si tratta di una battaglia difficile e che si presenta particolarmente lunga, almeno per due ordini di ragioni.

«Innanzitutto perché la politica, da destra a sinistra, ha deciso di restare alla finestra. A maggio ci sono le elezioni a Bolzano e nessuno vuole svelare i propri convincimenti per la paura di perdere elettori. Una scelta di comodo, dal mio punto di vista».

Surian (Cgil), intende chiedere assieme alla Uil, un incontro urgente al governatore altoatesino Arno Kompatscher, ma sa bene che anche il presidente della giunta non ha la bacchetta magica.

«La cittadinanza vede soprattutto i vantaggi delle aperture domenicali e festive, mentre la politica locale si nasconde dietro le liberalizzazioni. Il diritto a restare a casa a certe condizioni, sancito anche da due sentenze, resta sempre in secondo piano. Nella battaglia contro le catene della grande distribuzione partiamo sempre in svantaggio, ma ciò non significa che ci arrenderemo».

Proprio la Cgil ha coniato l’hashtag #lafestanonsivende. Solamente Sel ha difeso finora a spada tratta la posizione dei sindacati. «Noi stiamo con le commesse ed i commessi - spiega Guido Margheri - che stanno difendendo la dignità del loro lavoro e della loro vita. Cosa aspettano Provincia e Comune, così "decisionisti" in tante altre occasioni a schierarsi dalla loro parte e ad appoggiarli in tutti i modi possibili?».

L’ex assessore comunale Luigi Gallo si sofferma sugli orari e attacca anche il Governo. «L'orario di lavoro è un concetto superato disse il ministro Poletti qualche mese fa. Prova a dirlo a una commessa precaria costretta a lavorare a Pasqua o a Pasquetta».

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