Pd: Di Fede lascia, si apre la corsa per la segreteria

Lunedì la segretaria si dimetterà. Il favorito è Huber in «ticket» con Costa La minoranza deve decidere se presentare un contro-candidato



BOLZANO. La segretaria del Pd Liliana Di Fede si dimetterà lunedì. Lo aveva annunciato, i tempi sono maturi. Con questo atto partirà l’organizzazione delle primarie con cui il 12 novembre verrà eletto il nuovo segretario, insieme all’assemblea provinciale. Saranno primarie aperte anche ai non iscritti.

La maggioranza non ha ancora annunciato il proprio candidato segretario. Ci sarà un accordo tra il gruppo che alle primarie nazionali della scorsa primavera ha appoggiato Renzi e chi ha appoggiato Orlando. Insomma, si conferma l’asse tra Carlo Costa e Christian Tommasini.

Il candidato segretario più probabile resta Alessandro Huber, capogruppo in Comune. La maggioranza tiene però le carte ancora coperte. Se la minoranza dovesse schierare un candidato di peso come Luisa Gnecchi, potrebbe candidarsi Carlo Costa. Come leader della maggioranza, Costa in ogni modo ci sarà. Si parla di un ticket tra Huber e Costa, con quest’ultimo possibile presidente dell’assemblea.

Tace la maggioranza e tace la minoranza. A margine del consiglio provinciale Roberto Bizzo ieri ha incontrato alcuni esponenti del partito. «Stiamo valutando cosa fare», è la versione ufficiale. È probabile, ma non scontata, la presentazione di un candidato e delle liste per l’assemblea. In caso contrario, la minoranza resterebbe fuori dagli organismi del partito, sancendo lo strappo. Come possibili candidati di minoranza, oltre a Luisa Gnecchi, circolano i nomi di Uwe Staffler e Miriam Canestrini.

Costa ha annunciato da tempo la linea dura: «Basta confusione, basta perdite di tempo, avremo un partito che si proporrà con una linea politica precisa». E la maggioranza si organizza. «Stiamo definendo le liste sui territori», fa sapere Costa. Decisi i capilista della maggioranza per l’assemblea provinciale. A Bolzano ci sarà Sandro Repetto, a Bressanone lo stesso Costa, in Bassa Atesina Christian Tommasini, a Merano Diego Zanella. Tra i candidati all’assemblea per Bolzano ci saranno anche Matteo Bonvicini, fresco di iscrizione al Pd, e Guglielmo Concer. La maggioranza erode anche il gruppo bizziano: in corso contatti, tra l’altro, con Rosalba Leuzzi. Lanciati segnali anche a Giovanni Polonioli.

Ieri è stata la giornata delle polemiche sulla commissione per il congresso, decisa da Roma in assenza di accordo tra maggioranza e opposizione in assemblea. È passata la proposta di Liliana Di Fede. La commissione di 11 (che entreranno di diritto in assemblea con diritto di voto), vedrà la presenza della segretaria, la vice Mazzardis, e tre esponenti a testa delle mozioni Renzi, Orlando ed Emiliano. Questi i nomi:Liliana Di Fede, Nadia Mazzardis, Debora Pasquazzo, Monica Franch, Miriam Canestrini (verrà sostituita), Mauro Marchi, Paolo Degasper, Mario Cappelletti, Maria Chiara Pasquali, Sergio Bonagura, Mauro De Pascalis. Nelle prossime ore le possibili sostituzioni.

Il responsabile nazionale dell’organizzazione Andrea Rossi ha scritto a Liliana Di Fede, definendo la proposta garantista per le opposizioni. La linea nazionale era di costituire le commissioni in base alle primarie del 2017, che hanno visto una maggioranza schiacciante per Renzi. Claudio Volanti protesta: «Altro che generosità. Un conto è una commissione di 11 che entra a fare parte di assemblee di 400 persone, ben altro un gruppo di 11 che si aggiunge a 35, come l’assemblea altoatesina. Si crea una maggioranza “drogata”, che serve solo a garantire la ricandidatura senza intoppi di Tommasini e Bressa». Uwe Staffler ha chiesto l’intervento dei garanti nazionali. Costa rispedisce tutto al mittente: «Perfino Roma ci dice che siamo stati troppo generosi, e ancora si lamentano». (fr.g.)

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