Pd, oggi la resa dei conti con Spagnolli

L’assemblea si annuncia tesa. Schönsberg: «Il partito degli italiani? No, grazie». Artioli: «Oberrauch? Errore strategico»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Oggi il Pd aspetta Spagnolli . E lo aspetta al varco. Il sindaco deve spiegare alla segreteria una paio di cose. La prima è con chi e come farà la giunta: se questi giorni sono serviti a costruire un programma comune con la Svp e qual è la distanza con il resto della maggioranza a sinistra. La seconda è con chi e come farà la sua lista.

Dice Carlo Costa: «Ho convocato stasera i vertici del partito perchè il Pd deve confrontarsi con la delegazione, sindaco compreso, che ha trattato con i nostri alleati». E la questione Oberrauch? «Riguarda il Pd in seconda battuta. In prima riguarda Spagnolli», risponde il consigliere delegato de facto della campagna elettorale democratica. E qui l'orizzonte è meno buio. Il passo indietro di Oberrauch probabilmente sarà decisivo per evitare fratture. Poi c'è Primo Schönsberg. Che dice: «Tra la fuga in avanti del sindaco e la sua lista che pesca tra i nostri avversari e quella indietro degli Ecosociali non vorrei ci si dimenticasse che il problema vero è la Svp. Deve garantire lealtà e programmi condivisi. I distinguo della sinistra sul Pru sono stati niente a confronto dei tanti della Volkspartei». E la lista Spagnolli? «Non mi interessa il partito degli italiani». Non gli interessa il succo dell’operazione civica per Spagnolli, dunque. Insomma, la sensazione è che le tensioni tra sindaco e partito potrebbero essere ancora molto evidenti. Ma filtrate dalla discussione sul bersaglio grosso: le alleanze. «Vogliamo tenere quelle che abbiamo - conferma Costa- Ecosociali compresi. Semmai allargarle».

Non ci sarà naturalmente Elena Artioli, stasera. Non in corpo. Sicuramente in spirito. In ogni retroscena intorno alle accelerazioni attuate dal sindaco per la sua lista, compare lei in penombra. «Sono più serena ora che Robert ha rinunciato - dice la consigliera provinciale - e felice che ci sia Bonvicini. Ho passato giorni a ragionare con lui. A convincerlo di lasciare le sirene della destra e a rendersi disponibile per la civica».

Sarebbe stata invece di Spagnolli l'idea di avvicinarsi a Oberrauch. Per la Artioli, un errore strategico. Perché è sulla tattica che ora lei e il suo scudiero Degasperi dovranno impegnarsi a limare distanze e dichiarazioni. Un eccessivo moderatismo potrebbe pregiudicare, ab initio, i rapporti già difficili tra Pd e civici. Che restano un problema interno ai democratici e alle loro declinazioni in area Spagnolli. Quello esterno, le alleanze, è invece il nodo da sciogliere prima di ogni altra resa dei conti. La Svp non ha chiarito ancora i punti a cui non vuole rinunciare. E poi gli ecosociali. Qui Carlo Costa vede delinearsi questo scenario: «L'alleanza a sinistra va costruita. E non sul sì o no a Benko. Ci si è troppo concentrati su questo. Il rapporto va disegnato sulle regole. Ad esempio: la legge 55 quinquies va bene così oppure può essere attenuata in certi suoi meccanismi? Io credo di sì. E allora parliamone. Si può trovare una strada sul metodo. E ancora. È bene aprire ai privati in questi anni di crisi? Secondo me sì ma , anche in questo caso, le regole potrebbero essere aggiornate».

Insomma: è tutto da vedere, in casa Pd, se accettare o meno il fatto compiuto del sindaco su una lista tutta spostata al centro (destra).

Ma è ancora ben visibile la volontà di non accentuare la frattura che si è aperta sull'altro versante. È in questa via - davvero stretta tra le due esigenze - che Spagnolli dovrà camminare. L'aria che tira è che dovrà mettercela proprio tutta oggi per scivolare fuori dall'imbuto.

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