Pd, «sfida» alla Svp per un deputato in più 

Elisa Filippi punta all’elezione nel listino proporzionale. Al secondo posto De Pascalis: «Giovani e lavoro, i veri problemi»



BOLZANO. Il Pd o la Svp: sfida tra alleati per un posto di deputato. C’è anche questo, nella nuova legge elettorale con cui si voterà domenica. È un mix di sistema proporzionale e di maggioritario. E per quanto riguarda il proporzionale, il Partito democratico è in lizza per eleggere uno dei deputati sui cinque previsti in tutta la regione, mentre altri sei deputati verranno scelti in regione attraverso i collegi uninominali. Ma non è scontato che il Pd ottenga un deputato grazie al listino proporzionale, perché potrebbe essere sorpassato dalla Svp, che ne farà sicuramente uno e probabilmente due. Dipenderà dai complicati meccanismi di ripartizione dei voti all’interno della coalizione nazionale. Oltre all’accordo territoriale con la Svp, il Pd è alleato con «Civica popolare», «Insieme» e «+Europa».

La lista del proporzionale regionale è guidata da Elisa Filippi, 35 anni, roveretana, che nel 2013 era andata vicina all’elezione. Al secondo posto c’è il bolzanino Mauro De Pascalis, avvocato, ex consigliere comunale, rappresentante in Alto Adige della corrente di minoranza Andrea Orlando. Al terzo posto, Aneta Ngucaj, già componente della segreteria altoatesina, e infine Paolo Serra, capogruppo del Pd nel consiglio comunale a Trento.

Il Pd ha poi presentato con gli alleati (extra Svp) come candidati nei collegi uninominali Petra Agnelli (Senato Merano), Renate Prader (Senato Bressanone), Giorgio Balzarini (Camera Merano) e Mario Cappelletti (Camera Bressanone). E infine i candidati con la Svp nel collegio di Bolzano Maria Elena Boschi e Gianclaudio Bressa.

De Pascalis ha seguito nei mesi scorsi il gruppo di lavoro del Pd sulla revisione dello Statuto di autonomia. «Nei confronti tra candidati cui ho partecipato in questi giorni è emerso da parte di tutti il riconoscimento dell’autonomia come modello di valore. Questo significa», sottolinea De Pascalis, «Che la mia area di riferimento, che proviene dalla tradizione democristiana, comunista e socialista, può rivendicare uno straordinario lavoro culturale e istituzionale». Dove portare ora l’autonomia? «Bisogna passare da una autonomia di contenuti, cioè di competenze, a una autonomia di principi», risponde De Pascalis, «Al primo posto metterei la scuola trilingue, necessaria anche per dare continuità alla Lub. Ma la conoscenza linguistica ha senso solo se è accompagnata dalla conoscenza degli altri gruppi linguistici. Una volta “immersione” era una parola tabù. Direi che è arrivato il tempo dell’immersione di un gruppo nell’altro». Da rappresentante della sinistra nel Pd, su quali temi punta De Pascalis nella campagna elettorale? «I giovani e il lavoro. Bisogna consolidare le riforme. Se il Pil cresce, significa che siamo sulla buona strada, ma sui giovani bisogna dare una svolta, dall’alternanza scuola lavoro, che non può significare fare fotocopie, all’accorciamento del numero di mesi previsto per il passaggio a un contratto stabile. Sono tutti temi presenti nel programma del Pd, con cui mi sono quindi trovato a mio agio. E poi, aumento delle retribuzioni, taglio del costo del denaro. E pensando all’Europa e alle sue vulnerabilità, servono misure di salvaguardia nei confronti di crisi finanziarie prive di regole». Questi i macrotemi elencati nel programma nazionale del Pd: «Lavoro di qualità, non assistenzialismo, tagliare le tasse alle famiglie, non ai milionari, investire sull’Italia, la società della conoscenza, la svolta ambientale, prendersi cura delle persone, cultura cioè sicurezza, la macchina pubblica, verso gli Stati uniti d’Europa». L’impegno : «Nessuna promessa, un programma credibile». (fr.g.)













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