Per Fassino tanti dem, la sinistra non c’è

BOLZANO. «Era possibile affrontare i grandi mutamenti del nuovo secolo con la cassetta egli attrezzi del precedente? Ecco perché è nato il Partito democratico». E per Piero Fassino, in missione da...



BOLZANO. «Era possibile affrontare i grandi mutamenti del nuovo secolo con la cassetta egli attrezzi del precedente? Ecco perché è nato il Partito democratico». E per Piero Fassino, in missione da pontiere per recuperare i rapporti con i fuggitivi a sinistra prima che sia troppo tardi, il compito dei democratici è appena iniziato.

Ecco il senso del titolo del suo libro «Pd davvero?», presentato ieri sera al Teatro Cristallo di via Dalmazia davanti a tanti militanti. Ma il suo tentativo adesso, ha chiesto il moderatore, il nostro direttore, Alberto Faustini, è paragonabile all'accanimento terapeutico?

«Con i riformisti in crisi in tutta Europa, col rischio che pezzi di sinistra si riducano a semplici presenze politiche direi invece che è una opportunità», ha risposto l'ex sindaco di Torino. Per il quale le ragioni per cui il Pd è nato (rispondere ai populismi, fare le riforme istituzionali, dare un segnale alla sinistra europea) sono tutte ancora sul tavolo, nonostante , anzi proprio in virtù, dell'esito del referendum.

E così, sotto gli sguardi di Alessandro Huber, Christian Tommasini, Carlo Costa, Liliana Di Fede, Mauro Bertoldi - ma in assenza dei suoi possibili interlocutori della sinistra radicale - Fassino ha issato formalmente il cartello di «lavori in corso» sia a proposito della sua missione elettorale immediata che, in prospettiva, alla luce delle nuove sfide che attendono Renzi e i dem. (pc)













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