Percepivano l’indennità ma si trovavano in Albania 

Due lavoratori stagionali sono a processo per indebita percezione di contributi Non avrebbero rispettato il “patto” sottoscritto con l’Inps per la disoccupazione


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Per la prima volta approda davanti al tribunale di Bolzano una vicenda che investe il sistema di aiuto sociale previsto anche in Alto Adige per i cosiddetti lavoratori stagionali, da qualche anno a questa parte in buona parte stranieri. Ieri mattina davanti ai giudici bolzanini (presidente Busato, a latere Tappeiner e Perathoner) è iniziato il processo a carico di due operai edili albanesi.

Devono rispondere del reato di cui all’articolo 316 ter e cioè “indebita percezione di erogazione ai danni dello Stato”. I fatti contestati fanno riferimento alle indennità di disoccupazione percepite dai due operai durante i mesi prettamente invernali (da dicembre a fine febbraio) cioè nei mesi in cui il lavoro nei cantieri - proprio a seguito delle temperature rigide - il più delle volte viene sospeso.

Il caso è finito al vaglio della magistratura su segnalazione dapprima della polizia e poi dell’Inps i cui funzionari verranno sentiti in occasione della prossima udienza prevista per l’ 8 gennaio prossimo. Qual è l’accusa per la quale la Procura ha chiesto e ottenuto il processo? Semplicemente che i due operai in questione avrebbero percepito negli ultimi anni l’indennità di disoccupazione invernale (e questo è un fatto documentato ed incontestabile) nonostante la violazione delle norme sottoscritte per poter accedere al contributo. In sostanza la Procura contesta alcune presunte violazioni formali del “patto” sottoscritto dai due lavoratori che per circa tre mesi si sarebbero trasferiti provvisoriamente nel proprio Paese d’origine cioè l’Albania senza darne comunicazione.

Come detto furono alcuni controlli di polizia sui passaporti dei due a segnalare la situazione all’ufficio del lavoro della Provincia e all’Inps. I lavoratori si sono sempre difesi sostenendo di essere stati sempre reperibili (tramite email e telefono cellulare) per eventuali proposte lavorative e di essere stati pronti a rientrare in Italia in qualsiasi momento in caso di chiamata. C’è un punto però che la Procura ritiene sia stato palesemente violato e cioè l’obbligo - previsto dalle norme sull’indennità di disoccupazione - di farsi parte diligente per trovare un’altra occupazione anche nei mesi invernali. Secondo la Procura l’assenza per alcuni mesi dall’Alto Adige non avrebbe certo favorito la possibilità di trovare un posto di lavoro alternativo.

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