Pestaggio, a processo consigliere di Casapound

La Procura ha chiuso l’inchiesta confermando l’accusa di lesioni personali a carico di Davide Brancaglion. La vittima ha rischiato di perdere un occhio


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Ora Davide Brancaglion, il consigliere circoscrizionale di CasaPound, ha la certezza di essere finito nei guai per il pestaggio di uno studente di 17 anni del liceo classico avvenuto nei pressi della sede del movimento di estrema destra in via Cesare Battisti. Ieri, infatti, il sostituto procuratore Luisa Mosna ha notificato ai suoi avvocati l’avviso di conclusione indagine che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio o, come in questo caso, alla citazione diretta davanti al tribunale.

In effetti il capo d’imputazione contestato a Brancaglion (lesioni personali) non prevede il filtro dell’udienza preliminare. Di conseguenza trascorsi i venti giorni previsti dal codice di procedura per eventuali iniziative processuali della difesa, in caso di conferma dell’imputazione Brancaglion finirà sotto processo con citazione diretta. Gli avvocati difensori Federico Fava e Miki Eritale per il momento non hanno ancora messo a punto la strategia difensiva in quanto non hanno avuto modo di verificare gli elementi di accusa a carico dell’indagato.

Non è ancora chiaro, ad esempio, se la vittima dell’aggressione abbia riconosciuto Brancaglion o se gli inquirenti siano giunti al consigliere circoscrizionale sulla base di alcuni elementi di riscontro come il passaggio dell’indagato nel punto dell’aggressione documentato da una telecamera di sicurezza. Sino ad oggi Brancaglion non ha fornito una sua versione dei fatti.

L’imputazione messa a punto dal pubblico ministero non fa riferimento a moventi di carattere politico ed anche l’avvocatessa Maria Carmela Carriere (a cui la famiglia del ragazzo picchiato si è rivolta per la costituzione di parte civile) ha confermato che non vi sarebbe stato alcuno scontro verbale di carattere politico negli attimi precedenti l’aggressione. Non solo. L’avvocatessa Carriere ha anche puntualizzato che il ragazzo aggredito non fa attività politica ma potrebbe aver pagato il fatto di essere transitato nei pressi della sede di CasaPound ascoltando dal proprio telefonino una versione rock di «Bella Ciao» la canzone simbolo della resistenza antifascista. Nel frattempo il ragazzo aggredito, per fortuna, è guarito. Le lesioni non avranno conseguenze permamenti anche se i medici hanno confermato alla Procura che il ragazzo ha rischiato di perdere l'uso di un occhio in quanto un pugno gli avrebbe prodotto una grave lesione con rischio concreto di rottura del dotto lacrimale.

La guarigione è avvenuta in trenta giorni. Essendo stato superato il limite dei venti giorni il procedimento penale è stato avviato d’ufficio.

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