Pesticida impuro: danni a mille ettari di vigneti

Il presidente del Consorzio vini: «L’uva non cresce, in un grappolo solo 5-6 acini» Colpite quattro varietà. Esami a Laimburg, si profila un maxi-risarcimento


di Massimiliano Bona


APPIANO. In Bassa Atesina e Oltradige è allarme rosso nel mondo della viticoltura. Per diverse varietà (Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer e Merlot in particolare) l'uso di un pesticida impuro consigliato dalle associazioni di categoria, e acquistato da una nota multinazionale germanica, sembra aver bloccato la crescita delle viti. Ci sono grappoli con solo cinque o sei acini. La perdita del raccolto, come spiega Max Niedermayr - presidente del Consorzio Vini Alto Adige - oscilla dal 10 all'80 per cento a seconda della zona. Per ora, in base ai primi rilievi, i danni accertati riguarderebbero almeno 1000 dei 5000 ettari della superficie vitata altoatesina.

Nei giorni scorsi i coltivatori hanno chiamato in causa direttamente gli esperimenti del centro sperimentale di Laimburg e i risultati dovrebbero conoscersi nel giro di una decina di giorni. La scorsa settimana il Consorzio ha scritto alla sede italiana della multinazionale germanica che ha fornito il prodotto (che sarebbe già stato ritirato dal commercio nei paesi tedeschi). Previsti a breve dei sopralluoghi e - se dovessero esserci le necessarie conferme da Laimburg - anche le relative richieste di risarcimento danni.

Presidente, c'è davvero paura nel mondo della viticoltura altoatesina?

«Si, perché temiamo che oltre ad una perdita di quantità si debba mettere in conto anche una perdita di qualità. Non sappiamo quali sono i possibili sviluppi, legati all'uso del pesticida, per l'autunno. Ci sono viti che produrranno fino all'80 per cento di uva in meno. In altri casi, dove il pesticida non è stato utilizzato sulla foglia, le perdite sono decisamente più contenute».

Quali sono le varietà maggiormente interessate?

«Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer e Merlot».

In pratica a queste viti manca l'uva?

«Si, gli acini in alcuni casi si possono contare sulle dita di una mano».

Ma chi ha consigliato l'utilizzo di questo pesticida prodotto in Germania?

«I vari centri di consulenza. Noi cambiamo prodotto ogni anno è quello sotto accusa adesso è stato prodotto nel 2012».

É sicuro si tratti del pesticida?

«Diciamo che è probabile ma dobbiamo attendere l'esito degli esami. Intanto la scorsa settimana abbiamo inviato una raccomandata alla sede italiana della multinazionale tedesca che l'ha prodotto per avere un incontro in tempi brevi».

Potrebbe scattare una maxi-richiesta di risarcimento danni?

«Si, se gli esami confermeranno le nostre ipotesi».

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