Piano 5 Stelle: voto a Urzì per poi tornare alle urne

Il consigliere provinciale: per molti di noi è un modo per favorire il cambiamento In un comunicato i 4 neo-eletti prendono le distanze da entrambi i candidati


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Altro che meteora o voto di protesta. Il Movimento cinque stelle in provincia di Bolzano ha raddoppiato consensi e consiglieri e ha conquistato, oltre a Bolzano (quattro seggi) e Laives (due seggi), anche Merano (due seggi) e Salorno (un seggio). Un successo a tutto tondo, che conferma il progressivo radicamento sul territorio dei pentastellati. «Abbiamo seminato bene - commenta compiaciuto il consigliere provinciale Paul Köllensperger - e stiamo raccogliendo i frutti. A Merano Francesca Schir, oltre ad essere entrata in consiglio (ha raccolto 854 preferenze, pari al 5,4%), sta facendo un lavoro egregio. A Bolzano e Laives abbiamo raddoppiato la nostra presenza, mentre Salorno è una new entry». Ufficialmente M5S non darà indicazioni di voto a Bolzano - come conferma un comunicato diffuso ieri dalla quaterna Rieder-Fortini-Pifano-Filippi - ma è chiaro a tutti che il prescelto dei sostenitori grillini non sarà Spagnolli. «Ci è indigesto - taglia corto Köllensperger - e nei 10 anni trascorsi alla guida della città non ci è proprio piaciuto. Abbiamo poco o nulla in comune anche con Urzì, ma molti dei nostri attivisti voteranno probabilmente quest’ultimo per tornare alle urne tra sei mesi».

Per molti il voto grillino è sinomimo di protesta o rabbia. Una decisione di pancia, solo per sovvertire equilibri consolidati. I risultati di domenica sembrano smentire in parte questa tesi. Cosa ne pensa?

«Forse nel resto d’Italia - dove il nostro movimento si trova a combattere le mafie e i poteri forti - è anche così. In Alto Adige, al contrario, abbiamo sempre lavorato su temi concreti e sulla trasparenza che manca. E non penso solo a Benko. Il nostro è un movimento di cittadini per i cittadini».

I consiglieri comunali pentastellati sono passati da quattro a nove. Se l’aspettava?

«Ci credevamo. Abbiamo fatto centro in tutti i Comuni in cui ci siamo presentati. Sappiamo che per radicarsi sul territorio c’è bisogno di tempo, ma rispetto a cinque anni fa siamo anni luce più avanti. Nel 2020 contiamo di passare da 9 a 18 consiglieri».

C’è chi dice che prima o poi sarete costretti ad allearvi con qualcuno per ottenere risultati di un certo rilievo...

«Non ci sono apparentamenti in vista. Portiamo avanti il nostro programma e cercheremo alleanze solo su temi concreti senza snaturare il nostro modo di fare politica».

Rieder è stato chiaro: con Spagnolli mai. Ma sulla carta M5S ha più affinità con il centrosinistra che non con il centrodestra di Urzì. Non crede?

«Noi non possiamo essere inquadrati. Di sicuro abbiamo poco o nulla in comune con i due candidati che andranno al ballottaggio e toccherà a loro convincere il nostro elettorato».

Filippi, Fortini, Pifano e Rieder hanno già detto che non si sbilanceranno in un senso o nell’altro. Ma secondo lei quale sarà la tendenza? Il 9,7% dei voti grillini (3.756 elettori) a chi andrà?

«Immagino che molti dei nostri elettori appoggeranno Urzì, ma non perché ci trovino qualcosa di simile a noi. C’è la ferma volontà di mandare a casa Spagnolli e di tornare, se possibile, alle urne dopo il commissariamento».

Ma Urzì cosa potrebbe fare, in concreto, per convincere gli elettori pentastellati? Ha già dichiarato pubblicamente di essere intenzionato a trasmettere in streaming tutti i colloqui in vista del ballottaggio. Basterà?

«Non credo proprio sia sufficiente. Dovrà imparare bene il nostro programma e dirci entro pochi giorni su quali punti è disposto ad impegnarsi».

Poi potrebbe arrivare anche un appoggio ufficiale?

«No, questo lo escludo. Non ci saranno collegamenti, come è giusto che sia. Ma Urzì, se giocherà in modo intelligente le sue carte, potrebbe riuscire a portare dalla sua parte parecchi dei nostri sostenitori. Alla gran parte di noi - ma questa è una cosa abbastanza nota - Spagnolli non va proprio giù. Per inciso: l’attuale sindaco è invotabile».

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