Piazza Erbe ha riaperto: bolzanini disciplinati, soddisfazione fra i banchi 

Il ritorno alla normalità. Piazza divisa in due, mascherine, ma i commercianti sorridono


Paolo Campostrini


Bolzano. Piazza Erbe ha un check point. Ma non è come il “Charlie” della Berlino tagliata in quattro degli anni ’70 perché non c’è più guerra, neanche fredda, tra i banchi tornati carichi di frutta e di colori. «Come va? Benino. Beh, diciamo bene. Per un po’ abbiamo avuto paura che non riaprisse niente...». Sorridono Maurizio e Daniele Fava, coperti dalle mascherine e nascosti dalla bilancia che ha ripreso a pesare i sacchetti. «Sono due commercianti storici - sorride Mirco Benetello - vedere loro e gli altri di nuovo al lavoro, apre il cuore». Il direttore di Confesercenti girava tra i banchi, ieri, di prima mattina. «È stato un percorso ad ostacoli - aggiunge- ma ce la si è fatta». Timori di non riuscirci? «Per un po’ sì. Tutti pensavano ad un dramma. Invece, come spesso accade, la realtà non è stata poi così drammatica». Nonostante il check point infatti, piazza Erbe è ritornata al futuro. Perché divisa lo era, ieri: il suo “settore” sud aperto, con solo un nastro a separare i banchi dai clienti; quello nord, invece, chiuso in entrata ed uscita dalle barriere mobili, come quelle dei cantieri temporanei. La ragione? «La parte verso via Goethe è larga cinque metri - spiega l’assessore Konder - mentre quella che parte da via Portici e arriva a via Francescani ha solo tre metri di ampiezza. Troppo pochi, secondo anche l’Asl, per garantire il distanziamento». Su questo tornante logistico si è a lungo arenata la trattativa tra le istituzioni e i commercianti, poi si è fatta strada la soluzione a settori. A presidiare i varchi per la parte nord, sono comparsi i vigili urbani. Ma poi se ne sono andati. Un controllo soft. Perché c’era molta disciplina e, in fondo, poca ressa. Aperti tutti i banchi della frutta. Chiusi gli altri. I ragazzi del “Bak”, infatti, stavano a braccia conserte davanti ai loro fiori: «Per adesso non partiamo. Siamo fuori dai protocolli. Ma abbiamo fiducia». Giorgio D’Andrea e Giuseppe Perri, invece, avevano già il loro daffare a gestire le richieste. «Non è solo la necessità di fare acquisti qui, finora ci siamo arrangiati- sorride una signora, borsa già piena di frutta al braccio - è che tornare in piazza Erbe è come tornare alla normalità. E poi questo sole...». L’incrocio davanti alla fontana del Nettuno ha vissuto le ore dei giorni migliori appena riaperta la piazza. Fila, ordinata, anche nel banco dei formaggi, uno dei più ambiti. Andrea Ingusci, volto noto e noto navigatore tra pecorini, parmigiani e tagli di montagna, aveva già provveduto a installare una barriera in plexiglas davanti alla cassa: «Siamo ben distanziati dalla gente - spiega- ma questo è anche un modo per far capire che abbiamo pensato a tutto e che si rispettano i clienti». Di fronte, Elisabeth, della panetteria Francescani, si muoveva con la velocità che già praticava nel mondo pre-Covid. «Sono stata due mesi a casa, su a Fiè, senza far niente - sorride stretta tra mascherina e berretto - e non ne potevo più. Finalmente si lavora». Tempi duri? «Per tutti. Anche per i padroni. Siamo tutti nella stessa barca...». E si prepara ad una estate impegnativa, Elisabeth. Racconta che le ferie sono state già smaltite in queste settimane di blocco e che quando farà caldo, lei se ne starà dietro il suo banco, come sempre: «Bisogna recuperare il tempo perso - dice- e anche i soldi, a dire il vero». Dunque, pure sul fronte nord, piazza Erbe sembra tornata quella di sempre. Non è un classico sabato mattina ma ci assomiglia. Fabrizio Lago, altro storico volto che appare dietro le sue infinite cassette di frutta e verdura è quasi irriconoscibile con la sua nuova mascherina. «Bene, siamo tornati» annuncia felice. Gli fa eco la sua signora, sul retro, impegnata a rifornire i settori del banco. Sembra che la frutta di piazza sembri sempre migliore, di questi tempi, visti i volti dei bolzanini tornati ad una apparente normalità anche nei consumi. Ora, il prossimo step sono gli altri mercati. Sembra agevole la progressione verso la riapertura di via Rovigo (banchi tutti su un lato), più complessa quella che si prospetta per piazza Vittoria: «Tra un po’ torniamo in Comune per parlarci» annuncia Benetello. E già i banchi di corso Libertà provano a contarsi: dei soliti 300 ce ne staranno al massimo un centinaio. Ma se ne riparlerà.















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