IL CASO

Piazza Erbe, la rabbia dei residenti: «È l’anarchia, servono più controlli»  

Le regole infrante. Assembramenti, chiasso fino all’alba e sporcizia: una mail per chiedere più severità e una soluzione definitiva. Sia venerdì che sabato le forze dell’ordine hanno compiuto servizi congiunti per sensibilizzare al rispetto delle norme anti-covid. Poche le multe


Paolo Tagliente


Bolzano. Nemmeno il tempo di ripartire e la vita notturna bolzanina è già nella bufera. Vita notturna che, per una sua importante parte, si concentra nel cuore pulsante della città: piazza Erbe. Ai problemi di sempre, come la sporcizia lasciata dagli avventori dei locali e agli schiamazzi notturni che tengono svegli i residenti, ora se ne aggiunge uno nuovo: il mancato rispetto delle distanze tra le persone e gli assembramenti. E visti gli spazi, oggettivamente limitati, anche quest’ultimo problema sembra essere di difficile soluzione. Nel pomeriggio di venerdì e anche nella giornata di sabato, le forze dell’ordine hanno condotto servizi congiunti in tutta la città per controllare, informare e invitare al rispetto delle norme anti-covid. Regole che a molti, nonostante siano passate poche settimane dall’apice dell’emergenza e nonostante i tanti morti, ora sembrano assurde e ingiustificate. Servizi congiunti che, venerdì, in Piazza Erbe, sono andati avanti dalle 20.30 fino a notte inoltrata. Carabinieri, polizia di stato, guardia di finanza e polizia municipale hanno svolto opera di sensibilizzazione più che di repressione, sanzionando (pochissimo) solo quando si sono trovati di fronte al chiaro rifiuto a qualsiasi tipo di collaborazione. In generale, però, la sensazione che le forze dell’ordine continuino a predicare al vento è netta. Sono ancora troppi, infatti, i bolzanini convinti che il pericolo sia definitivamente passato e che si possa tornare alla vita di prima. Senza precauzioni.

I gestori dei bar

Tra i gestori dei bar della piazza c’è poca voglia di esporsi, ma la linea di pensiero è comune. «Dopo essere rimasta in chiusa per settimane – spiegano – la gente ha voglia di uscire, di stare insieme e di divertirsi. Invitiamo sempre i nostri clienti a rispettare le regole anti-covid, ma se poi loro non le rispettano, cosa possiamo fare? Dovremmo smettere di fare il nostro lavoro per uscire a fare i poliziotti? Ricordatevi che anche noi siamo rimasti chiusi per mesi, che i nostri conti sono in rosso e che molti hanno dovuto mettere i propri dipendenti in cassa integrazione. Dobbiamo lavorare e, mai come ora, le sanzioni rischiano di essere mazzate da cui sarebbe difficile riprendersi. Ma non possiamo rinunciare al lavoro». Qualcuno, pur di non rischiare, ha preso la difficile decisione di chiudere alle 18, subito prima che la piazza si riempia per il classico spritz serale. «Restiamo aperti durante il giorno – spiegano – e riusciamo a coprire le spese, senza rischiare di essere sanzionati».

Vecchie abitudini

Distanze di sicurezza e divieto di assembramenti sono i temi nuovi da affrontare. Ma per quanto riguarda le vecchie abitudini, gli schiamazzi, le bottiglie rotte e la sporcizia, in Piazza Erbe nulla è cambiato. Ne sanno qualcosa i commercianti, i residenti e gli operatori ecologici del Comune che, ieri mattina, si sono trovati di fronte ad uno spettacolo a dir poco vergognoso. Tanto che alcuni gestori delle bancarelle - quanto siano infuriati lo si capisce dal tono della segnalazione - hanno scritto una mail di fuoco al presidente della giunta provinciale Arno Kompatscher, al sindaco Renzo Caramaschi, al vice Luis Walcher e all’assessore competente Stephan Konder. Una mail con allegata una serie di immagini che raccontano della maleducazione di molti avventori notturni. «Tutte le aziende – si legge nella lettera – gli hotel, i ristoranti devono aderire rigorosamente alle misure igieniche, senza se e senza ma. Devono adattare le loro attività alle normative legali attraverso molti sforzi e sforzi finanziari. Devono accettare perdite fino al 50% nelle vendite e continuare a operare e impedire ai clienti di entrare o semplicemente non essere in grado di mantenere la distanza di sicurezza. Ma a quanto pare questo vale solo per le aziende. Apparentemente questo vale solo per una certa ora. Apparentemente questo non si applica in Piazza Erbe». Per i commercianti e residenti, i gestori di bar e ristoranti non rispettano nemmeno l’obbligo di sensibilizzare i clienti al rispetto delle regole anti-covid. Alle autorità, che secondo loro sono state capaci di bloccare l’intero Paese in pochi giorni, ora chiedono di mostrare altrettanta capacità nel risolvere la situazione di Piazza Erbe. Loro, al contrario di chi auspica la linea morbida, alle forze dell’ordine chiedono una maggiore presenza e più severità. La soluzione ai vari problemi, insomma, una soluzione che possa accontentare tutti e garantire il rispetto delle norme anti-covid, appare tutt’altro che semplice da trovare.

 













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