Bolzano

Plateatici, armistizio vicino tra il Comune e il Walthers’ 

Dopo il braccio di ferro, spiraglio tra il Municipio e i gestori contrari alle nuove disposizioni restrittive. Il sindaco Renzo Caramaschi cerca ancora la mediazione con le Belle Arti e propone una “tregua” di sei mesi



BOLZANO. La questione dei plateatici ci sta incagliando. Per ora naviga tra strappi («Ne ho fatto uno installando i miei dehor senza ancora il permesso del Comune» ha detto Franco Collesei del Walthers’), sentenze a chiare lettere (quella del Tar che ha definito la struttura metallica “molto più invasiva della precedente”), pareri lapidari della Sovrintendenza ( «Quel dehor per me è impattante, quindi...» ha dichiarato la direttrice Karin Dalla Torre) e Comune che traccheggia.

Ma l’incaglio è alle viste. Perché il sindaco ora ha letto tutta la sentenza. E dice: «A rigor di norme potremo fare una ordinanza, in base al testo del Tar, e chiedere la rimozione delle due strutture. Ora è chiaro che il loro volume e forma - aggiunge Caramaschi - non è uguale a quella precedente».

E quindi? «Gestore e proprietario dovranno presentare a noi e alle Belle Arti una nuova proposta modificata. Vedremo...».

La sensazione è che ci voglia muovere senza ulteriori accelerazioni. Anche perché martedì è previsto un nuovo tavolo tecnico per giungere ad una applicazione omogenea delle “disposizioni generali” in proposito delle Belle arti e, soprattutto, ad un altrettanto riversamento delle stesse nelle scelte dei gestori.

Alcuni hanno già agito in interpretazione, come ad esempio i banchi del pesce in via Streiter che si sono comprati gli ombrelloni chiari come da disposizioni, mentre altri hanno attuato la normalizzazione a stagione appena iniziata, come il Città, l’Aida e il Vögelino-ex Domino, che si trovano tutti in piazza Walther. Così che la situazione è ancora più sbilanciata, con tutta la cornice intorno al monumento che appare caratterizzata da locali con ombrelloni bianchi “a palo unico” e il Walthers’, invece, che spicca con la sua identità strutturata. Così da rendere plastica questa rivoluzione-restaurazione ferma a metà strada.

Tuttavia c’è anche la storia, testimoniata dalle fotografie d’epoca. Dove si vede, agli inizi del secolo scorso, un grande plateatico fisso posto a guardia del vecchio Grifone, oggi Walthers’, e che mostra quindi una sua presenza non incompatibile col contesto della tradizione del luogo. Ora pendono due questioni, che potrebbero far incagliare il procedimento di omogenizzazione dei plateatici: il ricorso del Walthers’ al Consiglio di Stato per riuscire a smentire la sentenza favorevole al Comune del Tar e l'azione intrapresa da tempo da sindaco per trovare un compromesso temporaneo.

«Che si potrebbe mettere in campo basandosi sulla mia decisione di concedere altri sei mesi di proroga per adeguarsi» dice Caramaschi. Così che lo scenario più plausibile è questo: un armistizio tra Comune e chi ha investito molto per rinnovare i dehor e il rinvio a fine stagione della resa dei conti. Ma tra “lealisti”, cioè chi ha già cambiato i suoi esterni e oppositori il quadro non è omogeneo all'interno della categoria.

Tutti invocano buonsenso. Lo fa la Confesercenti, con Mirco Benetello, e l’Unione, con Rizzolli: «Dobbiamo trovare una base comune di dialogo». È quella strategia del “caso per caso” avviata dagli uffici del Patrimonio. Perché, tra l’altro, non sembra esserci una grande identità di vedute tra assessorati. Con alcuni che chiedono applicazione coerente delle disposizioni di tutela e chi invece sembra proporre una atteggiamento più flessibile. Su tutto, c’è tuttavia la novità di una sentenza, la quale potrebbe fare del Walthers’ un caso “a sé”. Per questo il Comune si attende dai gestori-proprietari una nuova proposta perché “così non va comunque...”.













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