Podini: «Campi gratis ma con regole chiare per chi li utilizza»

L’imprenditore: reti, custode e prenotazioni obbligatorie La proposta: presidio dei vigili urbani con pattuglie diurne


di Paolo Campostrini


BOLZANO. "I Prati? Ci corro tutte le mattine se posso. E poi la pallamano. Il primo amore. Lì, sull'altra riva c'era il campo ufficiale della squadra, quello vero. Insomma, è un peccato vederli così adesso...". Alex Podini ci aveva preso talmente gusto a quello sport, visto da sotto il bar delle passeggiate, da prenderselo in mano e finanziarlo, appena ha potuto mettersi a lavorare sul serio in azienda. Tutta in famiglia la sua. Prima il papà Giancarlo, poi Giovanni, il fratello più grande. Due generazioni di imprenditori. Ora dice: "Ho proposto di riprendere in mano quella parte dei Prati. Dove c'è lo skate e il basket. Ma dico: non è più possibile che uno ci arrivi, lo occupi, ci giochi tutto il giorno e gli altri a guardare. Regolamentiamoli quei campi. Gratuiti, ma con qualcuno che li controlla".

Basta così?

"Sarebbe un inizio".

E poi?

"Una presenza della polizia. Non voglio dire di tipo repressivo. La repressione non paga poi tanto. Uno arresta, denuncia, fa rapporto e poi questi escono liberi dopo un'ora. No, intendo farsi vedere. E farlo spesso".

A cosa pensa?

"Ai vigili, per dire. Basterebbe vederli tutti i giorni fare una passeggiata sull'erba. Ma metodicamente".

Come a Central Park?

"E sarebbe meno faticoso perchè qui il parco è più piccolo. Ma sì, è così che intendo. Quando uno sa che di mattina e di pomeriggio e anche un po' alla sera, ci sono un paio di uomini in divisa che passano, salutano, si guardano intorno, vengono rassicurati i bolzanini e scoraggiati i malintenzionati."

Perchè non si fa?

"Immagino non perchè manchino gli uomini, perchè il problema è nuovo. C'è l'ondata migratoria che si riversa naturalmente negli spazi aperti. E se non trovano controlli se ne appropriano. E se poi tra loro, come è inevitabile, ci sono pure persone non perbene, accade quello che è accaduto".

Ma l'immigrazione non può risolverla Bolzano...

"E' vero. Ma Bolzano può prendere atto che tutto è cambiato al mondo. E che l'emergenza non è quella delle auto in sosta. O meglio, non è solo quella. Una volta sì, adesso non più. I vigili sono una parte di città, rappresentano, rispetto alla polizia o i carabinieri, qualcosa di meno emergenziale, più famigliare. Ecco perchè servirebbe vederli".

Ma invece anche riempire i parchi di cose, di eventi?

"Benissimo. Ma non si possono fare eventi 24 ore su 24."

E allora lo sport?

"Già meglio. Ma non inteso come appuntamenti estemporanei. Quelli arrivano e passano. La proposta che ho fatto sui campetti di fronte a quelli veri, di là dal Talvera, il Righi eccetera, va proprio nella direzione di fornire una risposta parzialmente strutturale".

Campi controllati?

"Non in modo poliziesco. Basterebbe un custode, una piccola recinzione. C'è un custode e una portineria dove si segnano le prenotazioni. C'è una classe del liceo che vuol fare skate? Bene. O un gruppo di ragazzi, italiani, stranieri non importa. Arrivano lì, si segnano, si mettono in fila. Questa è una regola possibile e fattibile. Le regole di solito aiutano. Così uno sa quando può giocare e quando, invece, il campo è già prenotato. Niente spintoni, risse, il gruppo più numeroso che sgomita. E quella parte di Prati..."

Che è quella dove avvengono le risse di solito...

"Appunto, quella parte non è più terra di nessuno. Resta luogo pubblico, struttura gratuita ma c'è una presenza, qualcosa di civile che fa da deterrente".

Sarà risolutivo?

"Probabilmente no. Perchè chi trova un luogo meno brado, con più regole magari ne cerca un altro senza e così si sposta altrove".

E si sposta il problema...

"Ma lo si affronterà poi. Lo so, è una lotta continua ma non si può scegliere di non combatterla perchè nessuna soluzione è definitiva. Intanto diamone qualcuna. E accumuliamo esperienza..."













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