Polemica sui libri per i bimbi degli asili «Tradita la famiglia»

Il Comune smorza i toni, Urzì (Alto Adige nel cuore) incalza “Non trattano correttamente il tema dell’identità sessuale”


di Simone Facchini


MERANO. Un progetto nell'ambito del Piano d'azione per l'uguaglianza tra donne e uomini adottato dal Comune diventa un caso negli asili di Merano. E malgrado i chiarimenti, la polemica sembra non stemperarsi, tanto da essere atterrata anche sul tavolo dell'intendenza scolastica e in consiglio provinciale.

Il terreno fertile su cui fioriscono le apprensioni è la presunta relativizzazione dell’identità di genere e l'ideologia gender, argomento che tocca gli ambiti dell'affettività e delle sessualità dai contenuti non solo delicati, ma anche, spesso per informazioni imprecise, fumosi o male interpretati.

Le radici delle preoccupazioni e delle connesse reazioni alla vicenda sono da ricercare fra gli strumenti del Piano comunale per favorire l'uguaglianza fra sessi, tra i quali figura l'abbattimento degli stereotipi di genere, quelle etichette che, per esempio, rischiano di condizionare i comportamenti in modo sottile e spesso inconsapevole, come nella scelta da parte delle donne di determinate professioni, sovente poco retribuite, rispetto ad altre. Come se, semplificando, per il sesso femminile fossero adatti i ruoli di casalinga, commessa, segretaria e precluse carriere associate, per sedimentazione culturale e sociale, alla sfera maschile, come negli ambiti della tecnologia e dell'ingegneria.

Sulla base del presupposto secondo cui già nella prima infanzia si formerebbe l'identità di genere, l'assessorato alle pari opportunità in collaborazione con la Biblioteca civica aveva avviato un progetto per sensibilizzare sul tema genitori e personale educativo delle scuole dell'infanzia e degli asili nido. In questo quadro sono stati organizzati seminari di informazione e, ecco il casus belli, è stata stilata una lista di libri per bimbi, con testi e illustrazioni privi di stereotipi di genere."Un elenco dal quale gli insegnanti possono attingere, senza alcuna imposizione", chiarisce Barbara Nesticò, direttrice della Ripartizione istruzione del Comune.

Secondo alcuni, tra questi libri ve ne sono certi che presentano modelli di famiglia diversi da quella tradizionale e tratterebbero il tema dell'identità sessuale in modo non idoneo. Alessandro Urzì, consigliere provinciale d Alto Adige nel cuore, s'è fatto portavoce della protesta in consiglio comunale affermando che "la bibliografia realizzata per le scuole dell’infanzia meranesi mira, attraverso semplici racconti e simpatici disegni, a inculcare ai bambini modelli diversi dalla famiglia naturale, fondata su mamma e papà. Non ritengo che presentare ai bambini dei modelli comportamentali che lasciano intendere la possibilità di “transitare” da un genere all’altro possano essere considerate misure coerenti rispetto all’obiettivo di prevenire la discriminazione della donna in ambito sociale".

L'assessore Martha Stocker ha fatto sapere che il progetto del Comune non necessita di autorizzazioni da parte della Provincia, scatenando le critiche di Urzì sullo scarso interesse delle istituzioni in relazione al tema.

Di allarmismo parla Andrea Rossi, vicesindaco e assessore all'istruzione scolastica in lingua italiana: "Ritengo eccessive preoccupazioni di questa portata. L'obiettivo è creare i presupposti per una consapevolezza della parità fra donna e uomo. Anche partendo dai libri di favole, dove spesso gli stereotipi abbondano".

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